Roma, 18 gen – C’è uno strano silenzio attorno alla vendita, o forse dovremmo chiamarla svendita, di Ita Airways. La nostra compagnia aerea, nata dalle ceneri di Alitalia, in un restyling che sembra pensato appositamente per presentare un prodotto attraente ai volenterosi, potenziali acquirenti, sta per essere ceduta – almeno in parte – ai tedeschi.

Lufthansa sta preparando l’offerta, come ormai noto da almeno un anno, che dovrebbe presentare nella giornata di oggi. Ricordiamo che un decreto governativo ha eliminato anche il vincolo per il Tesoro di cedere la maggioranza della società. Dopo il Dpcm approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 21 dicembre – con lo scopo diretto di velocizzare la procedura di cessione dell’ex Alitalia – il 27 dicembre è arrivato infatti il via libera della Corte dei Conti alla modifica della procedura di privatizzazione.

Stando alle ultime indiscrezioni, i tedeschi di Lufthansa dovrebbero mettere sul piatto circa 350 milioni di euro, garantita da un aumento di capitale riservato, per rilevare almeno il 40% del capitale di Ita Airways. Una cifra considerevole, peraltro più alta di quella ipotizzata inizialmente. La nostra compagnia di bandiera viene dunque valutata quasi 850 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto di circa 500 milioni. Una volta passata al vaglio e approvata l’offerta, il Mef avvierà una trattativa in esclusiva per giungere alla firma di un Memorandum of undestanding. In ogni caso, la chiusura dell’operazione dovrà poi essere approvata dall’Antitrust europeo. Quindi se tutto andrà “liscio”, per l’eventuale subentro di Lufthansa serviranno altri 4-5 mesi.

Le garanzie richieste da Lufthansa

Lufthansa “sta cercando di ottenere l’opzione di ritirarsi da un’acquisizione completa nel caso in cui l’impresa non dovesse funzionare”, si legge sul sempre ben informato Bloomberg. La compagnia tedesca pone quindi alcune condizioni, tra cui “le deroghe per proteggersi da eventuali imprevisti derivanti dall’integrazione di Ita, successore della fallita Alitalia”, nonché dalle possibili conseguenze che rischiano di arrivare dalle centinaia di cause di lavoro (esattamente 1.147 in totale) intentate da ex dipendenti di Alitalia e lavoratori attualmente in cassa integrazione.

Di fatto, se i giudici del lavoro dovessero riconoscere la continuità aziendale tra Alitalia e Ita Airways, gli ex dipendenti verrebbero reintegrati nella nuova compagnia. Cosa vuole allora Lufthansa? Chiede al ministero dell’Economia italiano di farsi carico degli oneri. Insomma i tedeschi eviterebbero, in quel caso, di sostenere i costi dei lavoratori reintegrati.

Alessandro Della Guglia

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