Roma, 9 gen – Tanti saluti compagni, a non rivederci. “Dopo un’attenta e sofferta meditazione sul piano umano e politico, ho maturato la decisione di aderire al Gruppo Misto”. Così Aboubakar Soumahoro dice addio a Verdi-Sinistra Italiana. L’annuncio del deputato, la cui famiglia è al centro di una serie di scandali riguardanti il business dell’accoglienza, è di quelli destinati a far discutere. Un mini terremoto nella già disastrata casa progressista, perché Soumahoro punta il dito proprio contro chi lo ha prima idolatrato e poi scaricato senza troppi tentennamenti.

Soumahoro attacca la sinistra: “Assenza di solidarietà umana”

“Mi ha francamente stupito e amareggiato, ad eccezione di qualche parlamentare, l’assenza della solidarietà umana e del supporto politico da parte del gruppo parlamentare Avs, con il quale sono stato eletto da indipendente”, scrive Soumahoro in un dossier pubblicato sul suo sito web e relativo alla vicenda giudiziaria che vede coinvolti i suoi familiari.
“Dopo questa violenta campagna di diffamazione e questo vergognoso linciaggio mediatico – scrive ancora Soumahoro – ci sarà modo di stimolare un’attenta analisi umana, socio-culturale e politica. Per ora, posso solo dire che ho potuto contare, in questi ultimi mesi difficili, su svariate manifestazioni di solidarietà, pubbliche e private, da parte di cittadine e cittadini, di singoli parlamentari italiani ed europei, di persone del mondo della cultura e dello spettacolo, di movimenti popolari, di reti studentesche, di movimenti antirazzisti, del mondo articolato del lavoro, di associazioni laiche e religiose, e di servitori dello Stato a cui va il mio profondo ringraziamento”.

“Diritto alla moda? Non mi hanno compreso”

Soumahoro afferma inoltre di non essere stato capito, quando ha parlato di diritto alla moda con riferimento alla moglie: “Mi spiace sinceramente che non sia stato compreso ciò che realmente intendevo dire quando ho parlato di diritto alla moda e all’eleganza, laddove intendevo riferirmi al diritto di chiunque di vestirsi come meglio crede. Tuttavia trovo davvero singolare che mi si chieda di esprimere un giudizio di valore circa foto della mia compagna risalenti a 4 anni prima che io la conoscessi”. Il deputato sostiene poi se la prende con chi ha soprannominato la moglie “provocatoriamente ‘lady Gucci’”, di conseguenza “al centro di una serie di pesanti commenti e insinuazioni da parte della stampa e di opinionisti di varia natura”.

Poi il j’accuse totale, perché a suo avviso per il sistema politico una persona di colore “va bene finché è un ‘negro da cortile’, finché protesta con gli striscioni, che che peraltro ho fatto mille volte e non smetterò mai di fare, se è povero e sta ai margini. Ma se prova a fare un salto di qualità immediatamente disturba”. E questo, sempre secondo lui, è uno dei motivi che hanno portato a un “ingiustificato accanimento” nei suoi confronti.

Alessandro Della Guglia

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