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Le pensioni rivalutate meno delle badanti

6‘ di lettura

Le pensioni rivalutate meno delle badanti e non è un problema da poco: spesso sono proprio i pensionati i datori di lavoro delle collaboratrici domestiche. (leggi su Telegram tutte le news sul lavoro domestico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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L’aumento percentuale degli assegni pensionistici è infatti molto più basso dell’aumento di stipendio che dovrà essere riconosciuto alle badanti (e spiegheremo perché). La conseguenza è inevitabile: gli anziani avranno maggiori difficoltà a onorare gli impegni contrattuali con chi li assiste.

Saranno quindi costretti a rinunciare all’assistenza o a fare molti più sacrifici per poter essere accuditi.

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Un altro aspetto sul quale il governo avrebbe dovuto mostrare maggior attenzione (anche inserendo degli sgravi fiscali per i datori di lavoro). Ieri la trattativa tra i rappresentanti delle famiglie e sindacati di categoria, per diluire nel corso dell’anno gli aumenti, è definitivamente fallita. Gli aumenti dovranno essere introdotti subito. E per intero.

Su questo argomento potrebbe interessarti sapere quali sono i documenti utili per l’assunzione di colf e badanti; su invaliditàediritti.it puoi trovare un post che spiega di quanto aumenta lo stipendio delle badanti nel 2023; e come pagare le badanti con il Libretto di Famiglia.

Cerchiamo di capire cosa è successo e perché molti pensionati rischiano di trovarsi in serie difficoltà. In particolare quelli che riuscivano a stento a pagare la badante.

Per pensionati e collaboratrici domestiche è stato utilizzato dall’Istat lo stesso parametro per calcolare la rivalutazione: l’indice Foi, per Famiglie di Operai e Impiegati.

L’aumento del contratto per le badanti è stato calcolato in base all’80 per cento dell’aumento del Foi di novembre 2022 (rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Il valore è stato dell’11,5 per cento. La percentuale di aumento è stata dunque del 9,2 per cento (che equivale all’80 per cento di 11,5).

Cos’è successo invece per i pensionati? L’inflazione viene calcolata sulla base della media complessiva dello scorso anno. Ed è più contenuta, perché comprende anche i primi mesi del 2022, quando l’inflazione non era ancora esplosa.

Il dato ufficiale è stato dell’8 per cento. Ma il valore applicato è ancora più basso, perché riferito a un paio di mesi prima. Per cui la rivalutazione delle pensioni è stata del 7,3 per cento.

Tra 7,3 per cento (aumento delle pensioni) e 9,2 per cento (incremento dello stipendio per le badanti) la differenza non è irrilevante.

Senza dimenticare un altro dettaglio: non tutti i pensionati riceveranno per intero quell’aumento. Il 7,3 per cento è stato infatti applicato solo ai trattamenti che non superano di 4 volte il minimo INPS.

Per gli importi superiori sono previsti tagli in maniera graduale (più è alta la pensione e maggiore sarà la decurtazione della rivalutazione).

Questo sistema va a svantaggio di chi ha prestazioni previdenziali non basse (intorno a 1.700, 1.800 euro netti) ma che non possono essere considerate alte e con quei soldi finanzia tutti i costi dei servizi indispensabili per la casa, come la badante.

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Le pensioni rivalutate meno delle badanti: esempi

Per comprendere il disagio che potrebbero vivere molti anziani è opportuno fare qualche esempio. Sulla base dei dati che abbiamo riferito prima.

Prendiamo in considerazione un pensionato che riceve un assegno pensionistico di 2.800 euro lordi (poco più di 2.100 euro netti al mese) e che paga alla badante uno stipendio di 1.200 euro.

A febbraio l’anziano riceverà un incremento lordo del 3,87 per cento (che equivale al 55 per cento del 7,3 per cento, la percentuale della rivalutazione).

Con l’aggiunta della trattenuta Irpef l’aumento netto sulla pensione sarà dunque del 3,2 per cento.

Fin qui ci siamo.

Alla collaboratrice domestica il pensionato dovrà riconoscere invece il 9,2 per cento. Un aumento triplo rispetto a quello del suo assegno pensionistico.

Per le pensioni più alte (che hanno una riduzione ulteriore della rivalutazione) la differenza sarà ancora più consistente.

Le pensioni rivalutate meno delle badanti: trattamenti più bassi

Per i pensionati che ricevono al di sotto dei 2.100 euro lordi non c’è il taglio sulla rivalutazione. Riceveranno un aumento del 7,3 per cento, in pratica però il 6 per cento netti.

Anche in questo caso c’è differenza rispetto all’incremento dello stipendio per le badanti. È meno marcato, ma si tratta di pensionati che già a stento riuscivano a permettersi una badante.

Le pensioni rivalutate meno delle badanti: la trattativa

Lunedì 16 gennaio era il giorno chiave per diluire questi aumenti. Ma la riunione della Commissione Nazionale per l’aggiornamento retributivo si è chiusa senza nessuna intesa. Era il terzo tentativo, l’ultimo. Quindi l’adeguamento dei salari dovrà ora scattare in automatico, già da gennaio.

Le pensioni rivalutate meno delle badanti: tra 1540 e 1740 euro in più

Per l’Assindatcolf le conseguenze più rilevanti si faranno sentire in termini economici per le badanti assunte con orari lunghi o in regime di convivenza (livello Cs).

In quel caso la retribuzione minima aumenterà di oltre 94 euro al mese, passando da 1.026,34 a 1.120, 76 euro.

Ma non è tutto: bisogna aggiungere anche l’incremento dei contributi. Per cui, il costo totale annuo di una badante salirà di 1.575 euro l’anno, passando da 17.177 a 18.752.

Si tratta di aumenti consistenti, dunque, che non vengono “pareggiati” dalla rivalutazione delle pensioni. Il rischio concreto è che tornino a crescere i rapporti di lavoro in nero.

Nell’immagine una badante assiste un anziano con disabilità

Le pensioni rivalutate meno delle badanti: la denuncia

L’Assibndatcolf  ha denunciato la chiusura da parte dei sindacati nei confronti delle esigenze manifestate dalle famiglie datrici di lavoro domestico. «È stata bocciata – ha dichiarato il presidente di Fidaldo, Andrea Zini la nostra richiesta di dilazione degli aumenti che avrebbe reso sicuramente più sostenibile il rincaro in un momento in cui le famiglie, che a loro volta sono composte da lavoratori e da pensionati, sono già chiamate a sostenere molti sacrifici, a cui oggi, purtroppo, se ne aggiunge un altro».

A questo punto, ritengono le associazioni, dovrà essere necessario un intervento diretto del governo. In pratica: sostegni e incentivi alle famiglie. In caso contrario molte famiglie saranno costrette o a rinunciare all’assistenza o pasasare al nero (o al grigio).

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