Roma, 22 feb – Tim dalla possibile nazionalizzazione alla possibile vendita a Kkr. Più che vendita, svendita, come di consueto. Con tutti i disastri che comporterebbe.
Tim, gli americani di Kkr prorogano l’offerta
Come riporta l’Ansa, proprio sulla Netco di Tim le mani di Kkr si fanno sempre più stringenti. Gli americani, infatti, hanno prorogato la loro offerta di quasi un mese. Da parte dell’azienda italiana si comunica di aver ricevuto una lettera dagli offerenti in cui viene confermata l’offerta medesima fino al 24 marzo 2023. E il governo? Per ora, tentenna, chiedendo “di disporre di ulteriori quattro settimane per effettuare una analisi congiunta degli aspetti pubblicistici dell’operazione concernenti i poteri esercitabili dal Governo nel settore” come conferma proprio Kkr nella lettera, confermando inoltre “la propria disponibilità a continuare un dialogo costruttivo con Tim e a procedere con le attività di due diligence”. Il 24 febbraio 2023, comunque, l’azienda si riunirà per discutere dell’offerta.
Il governo non cambi rotta
Solo a novembre, il governo appena nato sembrava intenzionato a nazionalizzare l’azienda. Poco dopo, i primi tentennamenti. Che proseguono con le ultime, preoccupanti novità. Dopo la compagnia di bandiera aerea, perdere anche quella di telecomunicazioni sarebbe l’ennesima batosta. Con una differenza ancora più deprimente: nonostante tutto, di Ita si conosceva la sorte ben da prima dell’insediamento dell’esecutivo. Nel caso di Tim, il governo si era posto in modo molto diverso, addirittura da prima che la maggioranza di centrodestra vincesse le elezioni. Sarebbe una sconfessione enorme, oltre che una tragedia economica e sociale.
Stelio Fergola
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