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Il caffè con il lettore | La Voce News

#Daisocial di questa mattina, occasione di approfondimento, su questioni di primaria importanza in realtà ignorare dalla politica e non solo quella di casa nostra. Immagine di copertina di Rocco Michele Renna.

Gianvito Pugliese

E’ la seconda volta che mi capita di recente di cambiare argomento del “caffè…” raccogliendo un messaggio, anche se non proprio esplicito, della rubrica #daisocial. Stamane, infatti, nel pezzo il “Grillo saltante” che si è occupato di alimentazione umana utilizzando insetti, ho letto “L’alternativa ci sarebbe, ma richiede un discorso approfondito e non è questa la sede idonea”. Giusto, va un bravi ai Colleghi della Redazione della rubrica. Mi sembra giusto completare il loro discorso, che trovo interessante e spero che Voi, care lettrici e gentili lettori, condividiate questo mio parere.

Il dato di partenza è quello già espresso nel “Grillo saltante”: “… la crisi climatica ha drasticamente ridotto la quantità della raccolta di prodotti naturali e di foraggi e mangimi per gli animali allevati,…trovare soluzioni alternative“. Ci provo.

La siccità è la conseguenza diretta del mutamento climatico e se la maggioranza dei Paesi fanno di tutto per combatterlo, non lo fanno tutti: due colossi mondiali come la Cina e l’India rifiutano categoricamente di mettere in campo misure atte alla prevenzione dello stesso. preoccupate unicamente di migliorare l’economia del Paese, anche a costo di continuare ad incidere negativamente sul clima. Quando poi ne subiranno le conseguenze, si potrà sempre scaricare la responsabilità sull’Occidente malefico.

Nel Kenya ad esempio non piove da tre anni. Non c’è più un filo d’erba, non solo è morta l’agricoltura, ma anche lo stesso allevamento. Finanche i predatori, infatti, sono emigrati, dopo che le loro prede erano scomparse. L’intera popolazione kenyana muore di fame e 200 emigranti Kenyani sbarcati in Italia sembra che pongano problemi insormontabili al neo governo di alto profilo.

Se in Africa si muore di fame e di malattie, curabilissime a condizione che ci siano operatori sanitari e soprattutto medicinali, anche semplicemente di base, non basta certamente fare una preghierina sui bimbi e sugli adulti deceduti, e neanche fare bei discorsi a reti unificate, perché le chiacchiere stavano e stanno ancora a zero. Occorre mettere in campo soluzioni fattive.

La savana ad esempio da desertica deve e può trasformarsi in terra fertile. Gli israeliani sono riusciti a trasformare il deserto in terra fertile. E’ stato un miracolo frutto di una preghiera dinanzi al muro del pianto? Certamente no. Si sono messi in campo potenti dissalatori e l’acqua dissalata è stata usata per irrorare. La sabbia opportunamente trattata produce frutti e verdure da fare invidia e dalle ottime qualità organolettiche.

L’Africa ha bisogno di enormi dissalatori, di reti di acquedotti per far arrivare l’acqua progressivamente ovunque, nonché di pozzi scavati sempre più in profondità per aumentare la quantità d’acqua disponibile.

Così come ha bisogno di ospedali, di personale sanitario e di medicinali. Sta di fatto che quei popoli, padroni di un sottosuolo ricco di tutto, dai diamanti al petrolio, all’oro del terzo millennio, cioè il litio, in teoria ricchissimi, non ricavano nulla dalle loro risorse naturali che finiscono per riempire esclusivamente le tasche dei nuovi colonialisti che, con una mancetta al dittatorello da strapazzo di turno, si assicurano profitti fantasmagorici.

Tutti i politicanti intervistati recitano il collaudato slogan “dobbiamo aiutarli a casa loro” ma di aiuti veri, aldilà delle parole, non si vede nulla. Fanno eccezioni le Ong impegnate in quei Paesi, ma sia chiaro sono solo preziosissime gocce d’acqua in un deserto immenso.

Ovviamente, anche queste parole e queste idee non serviranno a molto. Non ho la presunzione di avere la soluzione, ma di starne indicano una delle tante, davvero utili, questo sì. Ho tanto l’impressione di urlare proposte in quel deserto di sabbia apparentemente immutabile. La differenza la potete fare Voi, care lettrici e gentili lettori. Se la soluzione Vi convince, condividete e chiedete ai vostri amici di fare altrettanto. Non per me o per il Vostro giornale, ma per quella povera gente e nel Vostro e nostro stesso interesse.

Perchè finchè ci sarà nel mondo qualcuno che muore di fame o di mancanza di medicinali, vaccini ed ospedali non ci sarà pace per nessuno e la guerra, a decine di migliaia di chilometri da noi, non sono fatti loro, ma fatti nostri e prima e poi ce ne accorgeremo.

Alla prossima!

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