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Ex Ilva, parla Emiliano: «Il management di Acciaierie Italia è inadatto»

Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, oggi a Roma, durante la manifestazione contro la gestione dell’ex Ilva organizzata dai sindacati davanti al Parlamento

11 Gennaio 2023

Redazione online

TARANTO – «C’è una rivolta nei confronti del management di Acciaierie d’Italia, considerato dall’intero panorama istituzionale e sindacale come inadatto alla gestione della fabbrica: non si riesce a far tornare al lavoro tutti coloro che sono in cassa integrazione, non si riesce a far quadrare i bilanci dell’azienda, c’è continuamente bisogno che lo Stato metta dentro soldi e sono soldi pesantissimi in questo momento». Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, oggi a Roma, durante la manifestazione contro la gestione dell’ex Ilva organizzata dai sindacati davanti al Parlamento. «Mi auguro – ha concluso Emiliano – che questa manifestazione culmini con un’audizione alla commissione Ambiente e che sia consentito a tutti coloro che ordinatamente e pacificamente stanno manifestando qui a Roma di esporre il proprio punto di vista. Con la speranza che si avvii una dialettica tra Parlamento, Governo e istituzioni locali per giungere ad una soluzione».

«Personalmente ho un buon rapporto con il ministro Urso e ha tutta la mia comprensione e collaborazione. Su questa vicenda ho cominciato con Renzi, sono passato da Gentiloni, poi Conte 1 e Conte 2, Draghi e adesso Meloni. Sembra incredibile che con gli sforzi che l’Italia produce per questa fabbrica, e con la pena e i lutti che vengono inflitti ai tarantini, non si riesca a trovare la soluzione definitiva per un impianto considerato strategico». Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, oggi a Roma, durante la manifestazione contro la gestione dell’ex Ilva organizzata dai sindacati davanti al Parlamento. “Non possiamo – ha aggiunto – che condividere la decisione dei lavoratori dell’ex Ilva di Taranto e delle istituzioni locali di manifestare davanti al Parlamento per farsi ascoltare dalle istituzioni romane che da anni ci trascinano in situazioni penose per i lavoratori e penose per chi in famiglia ha avuto lutti a causa dell’inquinamento e degli incidenti sul lavoro. Non è bastato un processo importante, con una sentenza di grande rilievo dal punto di vista dell’accertamento dei reati commessi contro la salute; non sono bastati tanti governi diversi e tanti presidenti del Consiglio, senza mai trovare una soluzione definitiva per una fabbrica, che per ammissione di tutte le istituzioni nazionali, viene considerata strategica». “Nonostante ciò – ha concluso – si continua a sopportare sia la perdita di salute da parte di cittadini, sia la perdita di occupazione da parte dei lavoratori e delle imprese dell’indotto, che vengono sottoposti, tutti, sistematicamente, a pressioni inaccettabili».

«L’insoddisfazione generale nei confronti della legge finanziaria aumenta pensando che quasi un miliardo di euro a disposizione dei cittadini italiani verrà consegnato nuovamente a questa gestione. Ci auguriamo che tale intervento da parte dello Stato nell’azienda determini l’individuazione di un management più condiviso, che ci consenta finalmente di avere un rapporto leale e di totale correttezza». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano oggi a Roma, durante la manifestazione contro la gestione dell’ex Ilva organizzata dai sindacati davanti al Parlamento. “Questa – ha aggiunto – è la posizione di tutte le istituzioni locali, credo senza distinzione di partito. E soprattutto è la posizione unitaria di Regione Puglia, Comune di Taranto, Comuni dell’area della fabbrica e sindacati. Questa è la nostra idea su Acciaierie d’Italia ed è la piattaforma sulla quale oggi si sta svolgendo questa manifestazione».

LA PAROLA DEI SINDACATI

«Ribadiamo che lo Stato, attraverso Invitalia, debba acquisire Il controllo pubblico e la gestione degli impianti per garantire la corretta gestione dei 680 milioni di euro stanziati e necessari per la ricapitalizzazione di Acciaierie d’Italia». E’ quanto sottolineato in un documento che i segretari Fiom, Uilm e Usb di Taranto hanno consegnato oggi alla Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, nel corso di una manifestazione che si è tenuta dinanzi a Montecitorio. All’iniziativa hanno partecipato delegati sindacali, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci, alcuni sindaci dell’area ionica e diversi parlamentari. I sindacati confermano intanto l’iniziativa di mobilitazione sotto Palazzo Chigi del 19 gennaio in occasione del vertice sull’ex Ilva convocato dal ministro Urso e lo sciopero dalle 23 del 18 gennaio alle 7 del 20 gennaio. Fiom, Uilm e Usb ritengono «indispensabile il cambio di governance in quanto uno stabilimento ritenuto di interesse strategico nazionale non può essere gestito da chi ha, di fatto, depauperato una fabbrica che stenta a produrre più di tre milioni di tonnellate annue anche a causa dell’assenza di interventi strutturali e di manutenzione straordinaria e ordinaria necessari a garantire un futuro per la siderurgia dentro ad un processo dl transizione ecologica che diventa una sfida fondamentale anche per l’attuale Governo». 

Durante l’iniziativa a Montecitorio sull’ex Ilva di sindacati ed enti locali e l’incontro con la Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, i segretari territoriali di Taranto di Fiom, Uilm e Usb Francesco Brigati, Davide Sperti e Francesco Rizzo hanno presentato anche i risultati del quesito referendario sottoposto ai lavoratori nel corso delle assemblee in cui si è discusso dell’ultimo decreto salva-Ilva approvato dal Consiglio dei ministri. Ai lavoratori dello stabilimento siderurgico si chiedeva se fossero «favorevoli ad un intervento diretto dello Stato attraverso una ricapitalizzazione immediata dell’attuale gestione di Acciaierie d’Italia, al fine di garantire risorse pubbliche per un rilancio della produzione ed un inequivocabile processo di transizione ecologia e di prospettiva industriale». Sono state 6111 le schede valide su 6326 votanti. In 6041 si sono espressi per il Sì (il 98, 85%), mentre sono stati 70 i No (1.15%), 92 le schede nulle e 123 quelle bianche.
«Il dato emerso dal referendum – osservano le organizzazioni sindacali – ci consegna una chiara volontà da parte dei lavoratori di voler cambiare pagina e porre fine ad una gestione che, evidentemente, ha dimostrato di non aver nessun interesse a garantire un serio rilancio dello stabilimento siderurgico. Per tali ragioni riteniamo necessario aprire una fase di ascolto e confronto con il Governo ed il Parlamento, in fase di conversione del Decreto Legge, affinché si possano determinare delle scelte strategiche per definire politiche industriali e ambientali in grado di rilanciare non solo Taranto, ma l’intero tessuto produttivo e manifatturiero del nostro Paese».

«I lavoratori dell’ex Ilva insieme alle loro organizzazioni sindacali chiedono al governo che l’erogazione di nuove risorse non sia svincolata da un intervento riguardo alla governance, in un’azienda che vede anche oggi un ruolo preminente di un soggetto privato che in questi anni non ha garantito nè lo sviluppo di questo insediamento produttivo nè la tutela dei livelli occupazionali.” Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni incontrando vicino a di Palazzo Chigi la delegazione dei lavoratori dello stabilimento pugliese oggi a Roma per richiedere di accelerare l’intervento pubblico.
«I lavoratori chiedono un riequilibrio e una maggiore centralità del ruolo pubblico. Ritengo questa una richiesta non solo giusta – conclude il leader di SI – ma sacrosanta, che sosterremo nelle commissioni parlamentari competenti».

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