Roma, 12 feb – Parafrasando un Riccardo Garrone d’altri tempi in Vacanze di Natale, potremmo dire con lo stesso tono tra il disappunto e il sollievo di chi ha appena passato una seccatura: “E anche questo Sanremo ce lo siamo levate dalle palle”. Anche quest’anno il Festival si è fatto notare più per le sue polemiche ed il suo circo mediatico che per le canzoni.
La finale di Sanremo 2023
La serata conclusiva di Sanremo non ha riservato grossi scossoni, almeno se prendiamo in esame la competizione canora. A vincere è stato il grande favorito della vigilia: Marco Mengoni con il brano Due vite. Gli unici sussulti per la classifica finale vengono ancora una volta da fuori della dimensione prettamente musicale, con le femministe più attente che si sono lamentate che tra i primi cinque classificati non vi fossero artiste donne (ma non era il Festival della fluidità di genere?). In questo piattume a troneggiare è il bacio tra Fedez e Rosa Chemical, con tanto di disquizioni sull’entità della lingua e di litigata ben poco inclusiva di Chiara Ferragni che baccheta il maritino. Magari anche lei chiederà a Gino Paoli consigli su tradimenti e infedeltà coniugali. La ricetta di Amadeus per questo festival di Sanremo sembra essere stata piuttosto semplice, una giustapposizzione tra nuovissime e vecchise generazioni con il nulla in mezzo. Si passa così senza soluzione di continuità dalle provocazioni e dalla caciara di un Rosa Chemical a ultraottantenni un po’ spaesati nonostante la classe come una Ornella Vannoni.
La solita solfa?
Aveva colto nel segno la stoccata di qualche giorno fa di Cruciani che aveva definito il Festival “un racconto ridicolo, penoso, patetico, di quello che non è l’Italia”. Insomma, una falsificazione del suo carattere nazional-popolare in nome di una retorica progressista che ha fatto della diversità un nuovo conformismo. Se qualcuno si aspettava una rivoluzione copernicana con la destra al governo riguardo la narrazione dominante a Sanremo è stato sicuramente deluso, non che si potesse nutrire chissà quali speranze in proposito. Un tema che dalle parti della maggioranza è venuto fuori soprattutto dopo gli attacchi sul palco di Fedez e che ha fatto tornare di attualità un cambio di dirigenza ai vertici Rai. Un piccolo passo in avanti come lo spazio, seppur breve, dedicato al Giorno del Ricordo va comunque segnalato.
Michele Iozzino
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