Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, ritiene fondamentali due punti mancanti nella delibera sul «fine vita» approvata ieri dalla Regione Puglia e ne chiede integrazione. Fratelli d’Italia: la delibera di fine vita non serve a nulla in assenza di una legge nazionale sul tema
19 Gennaio 2023
Redazione online
BARI – L’associazione Luca Coscioni ha inviato alla Giunta regionale pugliese la richiesta di integrare la delibera sul fine vita approvata ieri con «due punti mancanti e ritenuti fondamentali per poter fornire concretamente garanzie alle persone malate che attendono risposte». «Riteniamo fondamentale – dichiarano Marco Cappato e Filomena Gallo, rispettivamente tesoriere e segretaria associazione Luca Coscioni – cogliere l’occasione dell’attenzione che la Giunta e il Consiglio stanno dedicando al tema per completare il lavoro avviato e fornire il massimo delle garanzie possibili alle persone affette da patologie irreversibili che provocano loro sofferenze insopportabili di potere scegliere tempestivamente se accedere o meno all’aiuto medico alla morte volontaria».
I due punti sono: il termine massimo di 20 giorni per il completamento della procedura di verifica delle condizioni della persona malata e l’emissione del relativo parere; le indicazioni precise alle Asl affinché all’interno della propria azienda istituiscano una commissione medica multidisciplinare per la verifica delle condizioni della persona malata nonché della tipologia di farmaco e delle modalità di autosomministrazione dello stesso che la persona malata, se conferma la sua volontà, potrà autosomministrarsi. «Certamente – aggiunge Cappato – il tema del fine vita deve trovare le risposte principalmente nella normativa nazionale. Per questo motivo, l’associazione Luca Coscioni ha promosso la creazione di un intergruppo informale «per la libertà di scelta nel fine vita» aperto ai parlamentari italiani ed europei e ai Consiglieri regionali a cui rivolgiamo l’invito a partecipare».
FORZA ITALIA: UNA DELIBERA DI FINE VITA NON SERVE IN ASSENZA DI UNA LEGGE NAZIONALE
«Una delibera di Giunta e non una legge, peraltro partorita per contenere l’aggressione di chi ritiene di avere la verità condivisa in tasca ed è colpito dalla febbre della visibilità: sul «fine vita» sta andando in scena una trama ricca di strategie, frutto di un braccio di ferro tra Emiliano e i suoi ex consiglieri di maggioranza». Lo sostengono i consiglieri regionali pugliesi di Forza Italia Paride Mazzotta, capogruppo, Napoleone Cera, Paolo Dell’Erba e Massimiliano Di Cuia.
«Purtroppo – aggiungono – se il presidente aveva avuto inizialmente una posizione ragionevole, sostenendo che il tema andasse affrontato a livello nazionale, oggi registriamo un passo indietro dettato da logiche politiche. Ed è un vero peccato, considerando la straordinaria rilevanza del tema e la sua delicatezza. Il «valore vita» è stato di fatto utilizzato come arma da brandire nella lotta interna al centrosinistra, sfiorando il disastro: in assenza di una legge nazionale, in Puglia si potrà effettuare il suicidio medicalmente assistito e in altre Regioni, invece, no?»