Roma, 24 gen — Può un libro per l’infanzia come Peter Pan finire nell’indice delle opere considerate «emotivamente problematiche» per gli studenti universitari? Ovvio che sì. Siamo all’Università di Aberdeen, in quella Scozia terminale dove una donna, J.K. Rowling, viene quotidianamente minacciata di morte da uomini con la parrucca per il solo fatto di sostenere che solo le donne mestruano.
Peter Pan all’indice
E siamo nel Regno Unito, dove il sapere accademico e la coscienza critica hanno lasciato il posto a grigie classifiche di parole che non possono essere pronunciate, libri che rischiano di urtare la sensibilità di giovani nel fiore dei loro anni e «spazi sicuri» dove potersi rifugiare per non incorrere nei mortali pericoli del mondo; quali, ad esempio, il confronto aperto con chi la pensa diversamente. L’ateneo scozzese ha dunque incluso Peter Pan in un elenco di opere che potrebbero lasciare gli studenti universitari «emotivamente incapaci di far fronte al contenuto» e bisognosi di sostegno. Motivo? Potrebbe risultare «emotivamente problematico» perché contiene «strane prospettive sul genere». Forse Campanellino è troppo poco genderfluid per essere letto con serenità dai virgulti studenteschi scozzesi?
Una lunga lista
Il Times riporta che simili provvedimenti su pubblicazioni britanniche sono stati presi per altri libri e titoli per bambini ambientati nel nord-est della Scozia, tra cui The Cheviot e The Stag and the Black Black Oil di John McGrath, così come il romanzo Sunset Song di Lewis Grassic Gibbon. Non solo: il documento in cui tali testi vengono contrassegnati come problematici sottolinea che agli studenti è permesso di evitare «di partecipare alle discussioni di un particolare argomento» se questi lo ritengono offensivo o traumatico. «Puoi farlo a tua discrezione e senza essere giudicato». Pronti alle sfide della vita.
Cristina Gauri
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