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Trans in lutto, la Federazione mondiale di atletica li esclude dalle gare: “Proteggiamo la categoria femminile”

Tra gli atleti DSD il caso più conosciuto è quello della velocista sudafricana Caster Semenya, affetta da iperandrogenismo, ovvero la condizione che si verifica quando il corpo di una donna produce naturalmente alti livelli di ormoni maschili, tanto da far supporre che ne possa trarre dei vantaggi nelle competizioni. Per tali atleti le nuove norme richiederanno a di abbassare i livelli di testosterone al di sotto di un limite di 2,5 nanomoli per litro se vorranno competere per un minimo di 24 mesi a livello internazionale nella categoria femminile in qualsiasi disciplina.

Prove schiaccianti

Per quanto riguarda gli atleti transgender, il Consiglio interdetto l’accesso alle competizioni femminili gli atleti trans che hanno vissuto la pubertà maschile. La decisione arriva dopo mesi di consultazione con le federazioni affiliate, la Global Athletics Coaches Academy e la Commissione degli atleti, il Cio. In conclusione, fa sapere World Athletics,  «c’era poco sostegno all’interno dello sport per l’opzione che richiedeva agli atleti transgender di mantenere i loro livelli di testosterone al di sotto di 2,5 nmol/L per 24 mesi per essere idonei a competere a livello internazionale nella categoria femminile». A suffragio della scelta sono state presentati più di dieci anni di ricerca e prove dei vantaggi fisici di questi atleti (maschi bioligici) rispetto alla categoria femminile.

Cristina Gauri

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