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Sergio Ramelli: signor Sindaco Sala, si faccia sentire anche Lei! | CulturaIdentità

E’ una targa piccola e solitaria, campeggia sulla parete della biblioteca dell’istituto tecnico Molinari di Milano, dove 48 anni fa Sergio Ramelli del Fronte della Gioventù venne aggredito in via Paladini a colpi di chiave inglese da Avanguardia Operaia la sera del 13 marzo 1975. Morì a 18 anni dopo 57 giorni di agonia al Policlinico. A ucciderlo furono studenti universitari di Medicina, ma ci vollero 10 anni per arrivarci, quando durante un processo a Prima Linea venne chiamato in causa il servizio d’ordine di Avanguardia Operaia. Scontata la pena, alcuni di loro oggi indossano il camice bianco. Ieri mattina alle 9.40 la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti ha accarezzato quella targa e deposto un mazzo di fiori, poi l’ha ri-accarezzata ed è rimasta per qualche secondo così, con la mano appoggiata su. Intanto fuori un gruppo di studenti che nel 1975 manco erano nell’universo delle idee di quelli che poi sarebbero diventati i loro genitori, insieme a Usb e Cobas della rete “Milano antifascista antirazzista meticcia e sociale” insultava la sottosegretaria berciando slogan imparaticci, “Vergogna, era un picchiatore fascista”, “Fascisti carogne tornate nelle fogne” e blah blah blah, adducendo pretesti pseudo ideologici sulla inopportunità, chiamiamola così, della commemorazione da parte della sottosegretaria all’Istruzione e financo della sua stessa presenza. A Milano c’è il murale a Fausto e Iaio, in memoria di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, uccisi il 18 marzo 1978 da 8 colpi di pistola (l’omicidio fu rivendicato dai NAR, ma il pm Stefano D’Ambruoso archiviò il processo per l’insufficienza delle prove a carico degli indagati) e proprio il fratello di Fausto, Bruno Tinelli, presente ieri mattina alla cerimonia al Molinari, ha detto: “So cosa si prova, rispetto il dolore di questa famiglia [di Sergio Ramelli, n.d.r.]. Non condivido le contestazioni”. Presenza “significativa” quella di Tinelli, come ha detto la Frassinetti dopo la cerimonia, anticipando che parteciperà anche alla cerimonia in ricordo delle due giovani vittime di un raid rimasto senza colpevole: “Entro fine marzo, quando è stato ucciso Tinelli, andrò al liceo Brera e porterò dei fiori alla targa che ho fatto mettere quando ero assessore, perché Fausto Tinelli e Lorenzo Iaio Iannucci erano due ragazzi ammazzati mentre erano disarmati che amavano far politica”. Una riconciliazione che tentò invano Luciano Violante anni fa quando era Presidente della Camera e che oggi Ignazio La Russa, Presidente del Senato e nel 1975 avvocato di parte civile della famiglia Ramelli, vuole rinnovare, come ha fatto quando nel discorso di insediamento a Palazzo Madama si è “inchinato davanti alla memoria di Sergio, Fausto e Iaio”. Come ha detto la Frassinetti, “Sergio Ramelli è stato ucciso da chi si diceva antifascista, penso che adesso sia cambiato tutto e che sia importante parlare di libertà, partecipazione e democrazia”. Vaglielo a spiegare, ai collettivi studenteschi che scimmiottano chi era già grande negli anni Settanta e imparano la Storia sul telefono. Anche se c’è da aggiungere che quattro rappresentanti degli studenti in un comunicato hanno ribadito il loro no a ogni forma di violenza, ivi comprese le contestazioni a Paola Frassinetti, che infatti li ha ringraziati. Beppe Sala lo scorso anno aveva depositato una corona di fiori ai giardini intitolati a Segio Ramelli (a proposito, la targa commemorativa nella biblioteca del Molinari venne messa sotto il governo Prodi): pertanto, signor Sindaco, dica qualcosa anche Lei!

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