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Salvini contro Littizzetto sulla professoressa di Rovigo: il caso

Salvini contro Littizzetto sulla professoressa di Rovigo: anche oggi i social hanno avuto il loro caso quotidiano.

Salvini contro Littizzetto sulla professoressa di Rovigo: il caso

Salvini contro Littizzetto sulla professoressa di Rovigo: il caso

Caso che comincia da una vicenda che tutti conoscerete: la professoressa di Rovigo colpita al volto da un pallino di gomma dura (rischiando di perdere la vista da un occhio quindi) dopo che tre studenti si erano accordati rispettivamente per portare l’arma, filmare l’accaduto per i social e colpire la professoressa durante la lezione.

La storia però continua

Salvini contro Littizzetto sulla professoressa di Rovigo: il caso

La vicenda di cui parliamo è di ottobre, ma è tornata agli onori della cronaca perché la professoressa, dichiarando di aver rilevato nei mesi trascorsi l’assenza di scuse e segnali di pentimento aveva provveduto a denunciare l’intera scolaresca alle autorità.

Il trio per l’azione compiuta, i loro compagni di classe per i profili relativi alla loro presenza in classe e acquiescenza, che potrebbe nelle indagini diventare approvazione o fiancheggiamento.

Ai microfoni di radio DJ il comico, insegnante ella stessa, si è quindi pronunciata con tali accenti

“Il gesto è assurdo e violento, però la gestione della professoressa non so se è stata utile o non utile. Ho riflettuto su quanto sono cambiati i tempi, in parte, da quando insegnavo io. Ho cambiato tante scuole, Ho insegnato per 9 anni (musica e poi lettere), per tantissimi anni ho insegnato in una delle scuole della ‘periferissima’ di Torino, nessuno mi ha mai sparato, ma c’erano delle classi particolarmente turbolente, tiravano gessetti, ma non ho mai pensato di denunciare, scrivere ai giornali, era una faccenda mia personale, della scuola e mi dicevo: o io imparo a gestire le classi difficili con le mie forze o è meglio che cambi mestiere. Poi l’ho cambiato perché mi piacevano altre cose, ma devi imparare ad avere a che fare con questi energumeni”

Aggiungendo inoltre

“Non è solo colpa dei ragazzi, è anche proprio colpa del professore, è l’empatia, è quel qualcosa che fa intuire proprio ai ragazzi che in qualche modo li ami, che sei lì perché ti piace, che ti interessano le loro paure e i loro sogni, quello che veramente pensano. Se riesci a creare questa sensazione non ti sparano con la pistola ad aria compressa.”

Per gli interessati Torino Today, testata della città nativa della Littizzetto, ha provveduto a postare l’intero dialogo.

Dialogo che ha portato nell’immediato a delle critiche, tra le quali quelle del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e del Ministro dell’Istruzione Valditara.

Le reazioni e le critiche

“Come si può solo pensare di dire una cosa del genere? A volte il silenzio è d’oro”: affida il suo messaggio ad un post Twitter il Ministro Salvini, allegando una “card”, mezzobusto con estratto di citazione, contenente la frase contestata della Littizzetto.

Seguito a ruota dal ministro dell’Istruzione, Valditara: Quando uno studente spara ad un insegnante non ci sono se e non ci sono ma. Educhiamo al rispetto sempre e comunque.”

In effetti va rimarcato che in questi ultimi anni abbiamo assistito ad ingerenze e violenze nei confronti del personale docente che nelle passate generazioni non erano così marcate, e che vanno ben oltre la madre del bullo Frati che con materna petulanza implora ripetutamente il Pierboni di riammettere il figlio.

A maggio 2022 in un liceo barese un professore è stato picchiato per una sufficienza negata, e a febbraio un supplente ha subito pestaggio di gruppo a Casavatore per un rimprovero elevato a studenti delle medie.

A novembre, a Gallarate, una insegnante è stata colpita ad un occhio da uno studente, questa volta con un pugno, per aver osato rimproverarlo impedendogli di istoriare la cattedra a svastiche e scritte antisemite.

La situazione del professore odierna non è facile, e questo rende infiammabile un dibattito social che dai ministeri sta bruciando su Twitter proprio nelle ore in cui vi scriviamo, andando tra i “vertical trends”, con una situazione divisa in scuderie.

Discussioni che speriamo non distolgano dalla situazione del corpo docente italiano.

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