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Riforma del Reddito di cittadinanza 2023: in cosa consiste? Quali sono le novità riguardanti la congruità del lavoro o i corsi di formazione da seguire? Scopriamo i dettagli nell’approfondimento. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Riforma del Reddito di cittadinanza 2023: offerta di lavoro congrua
- Riforma del Reddito di cittadinanza 2023: corsi di formazione obbligatori
- Riforma del Reddito di cittadinanza 2023: in arrivo un nuovo decreto
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Riforma del Reddito di cittadinanza 2023: offerta di lavoro congrua
Da inizio gennaio 2023, i percettori del Reddito di cittadinanza decadono dal sussidio se non accettano la prima offerta di lavoro congrua (e non la seconda, come con il Governo Draghi).
Fino a circa un mese fa, si temeva che l’offerta congrua, con la nuova Legge di bilancio, potesse essere qualsiasi offerta di lavoro arrivata sul territorio nazionale. Invece il Governo Meloni ha rimandato al D.Lgs n. 150 del 2015 e, dunque, le caratteristiche della congruità sono rimaste le stesse. Vediamole:
- l’offerta deve essere coerente con esperienze e percorso di studi;
- la sede deve essere entro gli 80 km da casa e raggiungibile in un tempo massimo di 100 minuti, se si tratta di prima offerta di lavoro a tempo indeterminato;
- ovunque sul territorio nazionale, se si tratta di seconda offerta a tempo indeterminato;
- entro ottanta chilometri di distanza dalla residenza, sempre, se si tratta di lavoro a tempo parziale o determinato.
- lo stipendio deve essere superiore di almeno il 10 per cento rispetto all’Rdc spettante;
- non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi.
La normativa riguardante il Reddito di Cittadinanza ha visto varie modifiche sino ad oggi. Con il Governo Conte la convocazione si poteva rifiutare tre volte, prima che il beneficio venisse interrotto.
Con il Governo Draghi, si è stabilito che i rifiuti potessero essere due, dopo di che ci sarebbe stata la decadenza.
Con il Governo di Meloni, da sempre contraria a questa misura assistenzialistica, si è prevista una sola possibilità di rifiuto, ma solo se l’offerta non è congrua.
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Riforma del Reddito di cittadinanza 2023: corsi di formazione obbligatori
Della riforma del Reddito di cittadinanza fa parte anche la novità riguardante i corsi di formazione obbligatori.
Le novità operative già dal primo gennaio sono tante. Ecco un riepilogo:
- si perde il beneficio quando si rifiuta la prima offerta di lavoro congrua;
- i percettori tra i 18 e i 59 anni, considerati abili al lavoro, potranno ottenere il beneficio non più per 18 mesi, ma per 7;
- bisognerà essere residenti in Italia;
- aver concluso il percorso scolastico obbligatorio;
- il maggior reddito da lavoro percepito in forza di contratti di lavoro stagionale o intermittente non concorrerà dal 2023 alla determinazione del beneficio economico entro il limite massimo di 3.000 euro lordi;
- bisognerà seguire determinati corsi di formazione, pena la decadenza dal beneficio.
Sarà necessario un periodo di almeno 6 mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale.
La partecipazione a questi corsi sarà obbligatoria, pena la decadenza dal sussidio. Leggi tutte le novità in breve dell’Rdc nel 2023.
Tutti i beneficiari, dai 18 ai 65 anni di età, dovranno partecipare a questi corsi. Questa è una delle novità principali incluse nella legge di Bilancio 2023.
Il cambiamento è già avvenuto e continuerà quest’anno, fino all’arrivo del 2024, in cui il sussidio sarà completamente abolito.
Gli unici esclusi sono i nuclei familiari con persone disabili, minorenni o anziane (da sessant’anni in su).
La frequenza dei corsi diventa obbligatorio se si vuole continuare a mantenere il sussidio, in quanto diventa uno strumento di reinserimento lavorativo attraverso la definizione di percorsi personalizzati (Programma GOL, Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori).
Tutti i percettori dell’Rdc, inoltre, saranno inseriti anche nei vari progetti utili alla collettività e gestiti dai Comuni, come i lavori socialmente utili.
Si segnala anche che ai datori di lavoro privati che nel 2023 assumono con contratto di lavoro a tempo indeterminato beneficiari del Rdc, è riconosciuto l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a loro carico.
Scopri la pagina dedicata al Reddito di cittadinanza: pagamenti, diritti e bonus compatibili.