Roma, 7 gen – Lo smartwatch produce record di falsi allarmi, almeno sulle piste da sci. Il dispositivo in realtà può salvare la vita in molte occasioni, ma un suo uso non bilanciato può provocare delle distorsioni, come riportato da Tgcom24.

L’aumento medio delle chiamate è del 30% rispetto all’autunno. L’inverno, del resto, è molto “attivo” per la Centrale unica di emergenza. Tutto normale: più utenza, più sciate, più possibili incidenti. Ma ciò che il Servizio prevenzione rischi e Cue della Provincia autonoma di Trento sta segnalando rappresenta una relativa novità: ovvero una crescita fortissima delle chiamate di allerta lanciate in automatico dagli smartwatch. Molto spesso, sono falsi allarme. Questo perché i nuovi orologi sono strutturati in modo da rilevare ogni singola caduta, lanciando immediatamente la segnalazione e condividendo la posizione. Si sono registrati picchi anche di dieci chiamate al giorno, per un totale di un centinaio.

Dispositivo utile, ma da gestire

Così sottolinea la Provincia di Trento in una nota: “La nuova funzione degli smartwatch rappresenta uno strumento certamente d’aiuto in caso di emergenza, ma richiede un inutile dispendio di energie se l’allerta non coincide con una reale situazione di allarme. Quando gli operatori dell’112 richiamano gli utenti, nella maggior parte dei casi ricevono conferma che si è trattato di un lieve impatto a terra oppure non ottengono alcuna risposta, poiché nel frattempo lo sciatore si è già rialzato per proseguire la corsa lungo gli impianti innevati”. Insomma, tutto si traduce – spesso – in sprechi di tempo e risorse. Di conseguenza l’invito è di “gestire consapevolmente l’applicazione sul proprio dispositivo”, magari interrompendo la chiamata e avvisando i soccorsi della non necessità di intervento.

Alberto Celletti

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