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Rdc sospeso, nucleo ISEE da verificare: che succede?

7‘ di lettura

In queste ora si è sollevato un grande polverone dovute a tante famiglie che percepiscono il Reddito di cittadinanza e si sono ritrovate con il Rdc sospeso e nucleo ISEE da verificare da parte del proprio Comune. In questo approfondimento vediamo cosa sta succedendo e chi è coinvolto dalla sospensione (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Mentre l’INPS continua con i pagamenti dell’Assegno Unico e di altre prestazioni per i cittadini, i percettori di Reddito di cittadinanza stanno attraversando un momento di grande confusione e preoccupazione.

Ciò si deve alla segnalazione del Rdc sospeso e nucleo ISEE da verificare, che ha lasciato senza soldi molte famiglie beneficiarie del sussidio anti-povertà. Ma cosa sta succedendo e cosa si deve fare per risolvere questa situazione di disagio?

Nei prossimi paragrafi spieghiamo i dettagli e vediamo i cittadini interessati dalla sospensione.

Indice

Nelle ultime ora si è diffusa un’atmosfera di panico tra molti nuclei percettori del Reddito di cittadinanza. In particolare, diverse famiglie hanno segnalato che nella loro area riservata delle pratiche del Rdc, risulta il Rdc sospeso e nucleo ISEE da verificare.

Reddito di cittadinanza e tanto altro, la sospensione del contributo economico fa riferimento a novembre 2022, quindi ben quattro mesi fa.

Il problema sarebbe, in questo caso, è legato alla verifica dei requisiti che molti Comuni si sono attardati a effettuare sulle famiglie. Infatti, nonostante i nuclei interessati abbiano ricevuto regolarmente il sussidio in questi mesi, la sospensione per verificare i requisiti sul nucleo ISEE è arrivata solo adesso.

Ma perché i Comuni hanno sospeso il Rdc durante la verifica? In poche parole, visto che i Comuni sono tenuti a controllare tutti i dati dei beneficiari e inviarli poi all’INPS, hanno preferito sospendere il Reddito di cittadinanza in modo preventivo. Poi, se l’esito dei controlli sarà positivo, le ricariche saranno sbloccate e riconosciute tutte, anche gli arretrati, mente in caso di esito negativo si procederà con la revoca.

In ogni caso, la procedura richiede un’attesa che varia dai 30 ai 60 giorni. Di conseguenza, l’unica cosa che possono fare le famiglie interessate è attendere.

Nel prossimo paragrafo vediamo come funzionano i controlli dei Comuni.

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Rdc sospeso e nucleo ISEE da verificare: controlli dei Comuni

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, il Rdc sospeso e nucleo ISEE da verificare è dovuto al fatto che alcuni Comuni stiano effettuando dei controlli sul diritto al Reddito di cittadinanza delle famiglie beneficiarie. Visto che l’esito dei controlli deve essere inviato all’INPS per erogare il sussidio, il Comuni hanno deciso di procedere con una sospensione preventiva.

Ma in cosa consistono queste verifiche?

In breve, ogni Comune si deve assicurare che i nuclei percettori di Reddito di cittadinanza rispettino i requisiti anagrafici e di residenza previsti dal dl 4/2019. Per esempio, sappiamo che può accedere al Rdc solo chi è residente in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Inoltre, devono anche verificare che tutti i documenti indicati dai cittadini in fase di domanda corrispondano e siano quindi veritieri. Per questo motivo, i controlli sui nuclei ISEE vengono gestiti dagli Uffici Anagrafe, sulla base delle disposizioni degli organi competenti, ossia Ministero del Lavoro e INPS.

Per portare a termine i controlli, gli uffici hanno tempo fino a 45 giorni (esclusi i tempi per le eventuali comunicazioni o richieste ad altri Enti Pubblici o all’interessato). Questi potrebbero prolungarsi se il Comune deve coinvolgere anche un altro Comune di precedente residenza del cittadino oppure la Questura, in caso di verifica del permesso di soggiorno.

In caso di esito positivo, il Reddito di cittadinanza viene sbloccato e la famiglia interessata, che quindi è in regola con tutta la documentazione necessaria, avrà diritto a tutte le mensilità a partire dalla data di sospensione.

Al contrario, in caso di esito negativo, il Comune deve convocare il beneficiario interessato per ricevere dei chiarimenti. Se la persona convocata non fornisce sufficienti elementi per concludere i controlli con esito positivo, il Comune dovrà confermare all’INPS l’esito negativo su quel nucleo specifico.

In seguito alla comunicazione, l’INPS ha la possibilità di interrompere immediatamente l’erogazione del Reddito di cittadinanza e chiedere la restituzione delle somme già pagate indebitamente.

In caso di falsa dichiarazione, il Comune deve comunicare l’esito anche agli uffici giudiziari per un’eventuale denuncia.

Rdc sospeso e nucleo ISEE da verificare: requisiti

Nel paragrafo precedente abbiamo analizzato la procedura che devono svolgere i Comuni, prima di inviare l’esito dei controlli all’INPS ed eventualmente agli uffici giudiziari (in caso di dichiarazione di informazioni false).

Visto che le verifiche dei Comuni riguardano il nucleo ISEE, e quindi i requisiti relativi alla residenza e ai dati anagrafici, potrebbe essere utile ricordare brevemente quali sono questi requisiti.

Dunque, per avere diritto al Reddito di cittadinanza è necessario:

  • essere cittadino italiano;
  • essere cittadino dell’Unione Europea in regola con le norme sul soggiorno;
  • essere cittadino di paesi terzi o apolide in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo (la necessità di tale requisito è stato confermato dalla Corte Costituzionale n.19 del 25/01/2022) o essere titolare di protezione internazionale;
  • essere cittadino di paesi terzi familiare di cittadino italiano o comunitario, in possesso di un permesso di soggiorno o della richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno.

Inoltre, è obbligatorio avere la residenza in Italia da almeno dieci anni e aver vissuto nel Paese in modo continuativo negli ultimi due anni.

Per quanto riguarda i cittadini comunitari, quindi dell’Unione europea, secondo il d.Lgs. n. 30/2007 questi devono:

  • essere in possesso di un “attestato di regolarità del soggiorno” o di un “attestato di soggiorno permanente”, il cui rilascio dovrebbe essere agli atti del Comune di residenza, registrato nella banca dati anagrafica;
  • in alternativa, deve soddisfare i requisiti di regolarità del soggiorno di cui all’art. 7 del medesimo decreto legislativo (oltre ovviamente ai vari casi particolari indicati in altri articoli del decreto).

Invece, i cittadini extra-comunitari devono dimostrare di essere:

  • In possesso di un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo: è l’unico permesso di soggiorno a validità illimitata. Non ha scadenza e non deve essere rinnovato, ma solo “aggiornato”; resta comunque valido anche se non viene aggiornato, salvo che venga revocato espressamente dalla Questura. Se ancora in circolazione, sono ovviamente valide anche le vecchie carte di soggiorno a tempo indeterminato.
  • In possesso di un permesso di soggiorno di qualsiasi tipologia per i «familiari extracomunitari di cittadino italiano o dell’Unione europea»: per il concetto di «familiare» occorre fare riferimento all’art. 2 del D.lgs. n. 30/2007, che trova, infatti, applicazione anche nei confronti dei familiari di Paesi terzi.
  • Titolari di protezione internazionale:devono essere in possesso di un permesso di soggiorno per protezione internazionale, ovvero “asilo” e “protezione sussidiaria”.

Quindi, tutti i cittadini stranieri titolari di altre tipologie di permessi di soggiorno non hanno diritto al Reddito di cittadinanza.

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