Roma, 28 feb – Si è tenuta oggi, presso la sede della presidenza del Consiglio dei Ministri di piazza Dante, la presentazione pubblica della “Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza”, curata dal Comparto Intelligence e relativa all’anno 2022. Tanti i temi sul piatto, dai flussi migratori al ruolo delle Ong, fino al pericolo anarchico.

Flussi migratori e Ong

Come testimoniato anche dalla cronaca più recente, la relazione ha messo in evidenza l’aumento dei flussi migratori provenienti dal Mediterraneo orientale, prevalentemente dalla Turchia e con le coste di Puglia, Calabria, e Sicilia come destinazione. Un fenomeno che “trova una sponda importante nell’attivismo di organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, principalmente curde e pakistane, con basi di supporto logistico nei principali Paesi di origine e transito dei migranti, la cui natura transnazionale rende complessa l’attività di contrasto, così come nell’utilizzo, divenuto prassi, del web e dei social network da parte degli stessi sodalizi per pubblicizzare i viaggi e i relativi servizi”. Ma la relazione si sofferma anche sul ruolo delle Ong, in particolare nel Mediterraneo meridionale, confermando di fatto la loro azione di pull factor per le partenze in quanto le attività di soccorso in mare da parte delle navi Ong “vengono spesso pubblicizzate sui social network dai facilitatori dell’immigrazione irregolare quale garanzia di maggiore sicurezza del viaggio verso l’Europa”. Le imbarcazioni umanitarie rappresentano quindi “un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando correlativamente i profitti illeciti, ma esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate”.

La guerra in Ucraina

Altro tema caldo è il conflitto russo-ucraino. Due le principali fonti di preoccupazione. La prima una escalation militare: “L’attenzione dell’Intelligence nazionale è elevata rispetto ai rischi di escalation collegati alla prosecuzione del conflitto, inclusa la minaccia dell’uso dell’arma nucleare da parte della Russia valutata improbabile al momento di questa Relazione”. La secondo riferita alle possibili interferenze russa sotto forma di attacchi hacker e questione energetica: “Mosca non smetterà di interferire nelle dinamiche politiche e nei processi decisionali interni ai Paesi Nato, ricorrendo ancor più che in passato a metodi coercitivi e manipolativi, quali attacchi cyber, disinformazione, ricatti e utilizzo di leve come quella migratoria ed energetica, quest’ultima destinata a perdere di rilevanza con l’impegno occidentale a trovare alternative alla dipendenza energetica dalla Russia”.

Il pericolo anarchico

Sul piano della politica interna, la relazione individua come minaccia “più concreta e vitale” quella degli anarco-insurrezionalisti, la quale è “caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere, attraverso una propaganda di taglio fortemente istigatorio, progettualità di lotta incentrate sulla tipica azione diretta distruttiva” e con il caso Cospito a fare da miccia a una “veemente mobilitazione, sostenuta e animata da numerose sigle, italiane ed estere, che si rifanno, per metodiche operative, alla parabola eversivo-terroristica della Fai/Fr”. La relazione ha registrato ben 31 attentati provenienti dal mondo anarchico nel corso di tutto il 2022, evidenziandone i legami con le proteste di piazza che “fanno da sponda alle attivazioni operative, tentando di cogliere in tempo segnali di progettualità sobillatrici dirette a inquinare e radicalizzare specifici temi e mobilitazioni in atto sul territorio”.

La tutela del Made in Italy

Infine, la relazione ha affrontato il tema della contraffazione alimentare. Un fenomeno diffuso sia a livello nazionale che estero, con numerosi prodotti di origine straniera che vengono spacciati per italiani, tanto da rappresentare “una minaccia al Made in Italy e, quindi, alla sicurezza nazionale, sia da un punto di vista economico che reputazionale, oltre che nei confronti dell’ambiente, del territorio e della salute pubblica”. Non a caso, la relazione chiarisce la centralità di questa azione : “la tutela del Made in Italy in ambito agroalimentare riguarda non soltanto la protezione di un asset strategico per l’economia nazionale, dal momento che tale settore rappresenta una voce significativa del nostro export e una rilevante percentuale del Pil, ma anche la difesa di un vero e proprio marchio, stimato e identificato in tutto il mondo”.

Michele Iozzino

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