Troppo distanti dal centro di Bari, “con sempre meno servizi per i cittadini” e, in fondo, anche con la voglia di prendere il proprio ‘destino’ nelle proprie mani dopo quasi un secolo alle dipendenze del capoluogo pugliese, per ragioni pratiche più che campanilistiche. A Palese e Santo Spirito, quartieri della periferia costiera nord di Bari, ci riprovano: nei giorni scorsi è stato consegnato negli uffici della Regione Puglia un plico contenente circa 4mila firme per chiedere l’autonomia dell’intero territorio del Municipio V, comprendente anche Catino, San Pio e Torricella, dall’attuale gestione amministrativa barese, fondando un proprio Comune autonomo.
Una proposta che coinvolgerebbe una superficie di 18,64 km quadrati e circa 30mila abitanti, quasi il 10% dell’attuale popolazione di Bari, andando così a fondare un Comune che si collocherebbe tra i più popolosi dell’area metropolitana. Non è la prima volta che viene messa in campo un’iniziativa simile: nel 2010, infatti, naufragò il progetto di autonomia dello stesso territorio (all’epoca circoscrizione di Bari) dopo che fu bocciata in Consiglio regionale la proposta di legge costitutiva dell’ente territoriale, assieme all’altra di fondare un Comune autonomo comprendente i quartieri di Carbonara, Ceglie e Loseto (attualmente nel Municipio IV). Nel 2009, infatti, vi furono due referendum consultivi che videro prevalere entrambe le ragioni del distacco da Bari, seppur con affluenze molto basse e decisamente sotto il 50%. In particolare, nel caso di Santo Spirito e Palese votò il 28% degli aventi diritto con i sì al 78,4%, mentre nell’altra zona di Bari andò a votare solo il 18% dei cittadini con l’affermazione degli ‘indipendentisti’ per soli 38 voti. Il tutto fu comunque vanificato dai no dell’assemblea pugliese, non senza polemiche in aula al termine della bocciatura avvenuta a febbraio 2010.
I promotori dell’iniziativa: “Sempre più distanti da Bari, pochi servizi e nessun decentramento”
Il ‘fuoco’ della ‘secessione’ non si era però mai sopito in particolare a Palese e Santo Spirito (aggregati a Bari dal lontano 1928 e in passato ‘marine’ rispettivamente di Modugno e Bitonto) dove l’istituzione del Municipio nel 2014 non avrebbe portato, secondo diversi abitanti, i benefici previsti a livello quotidiano e pratico: “In precedenza – spiegano dal Comitato che chiede l’autonomia dei quartieri dell’attuale Municipio V barese – c’erano un ambulatorio, un ufficio tasse e altri servizi. Le cose sono cambiate gradualmente e in negativo dagli anni ’90. Con i Municipi, invece, c’è stato un netto peggioramento. Si tratta di enti di fatto vuoti perchè non è stato attuato il tanto promesso decentramento amministrativo”.
Fisicamente, proseguono dal Comitato, “siamo molto distanti dal centro della città. Ciò si ripercuote in problemi quotidiani e tanti altri, più grandi, mai risolti, come quelli della ferrovia che taglia in due i quartieri e dei curvoni della Tangenziale dove avvengono numerosi incidenti”. Negli ultimi anni, inoltre, l’aumento della popolazione con trasferimenti da altre zone di Bari, avrebbe creato ulteriori disagi: “Parcheggi, viabilità e infrastrutture sono attualmente insufficienti – lamentano ancora dal Comitato – con strade molto strette. Riteniamo che un’amministrazione sul territorio possa avere gli strumenti adatti a risolvere molte questioni”.
Non convince e non viene ritenuto sufficiente neppure il grande progetto di riqualificazione del lungomare di Santo Spirito i cui lavori dovrebbero partire nei primi mesi del 2023 e che negli intenti del Comune di Bari, potrebbe dare una spinta notevole al rilancio del territorio: “Siamo perplessi – dicono dal Comitato – perchè riteniamo che non siano state considerate le esigenze di viabilità del territorio. La chiusura del lungomare andrà a impattare sul già pesante traffico di via Napoli. Già ora molti baresi e tante altre persone dei comuni limitrofi preferiscono andare a Giovinazzo che ha molti più servizi, parcheggi e locali. Tra l’altro, se a Santo Spirito c’è comunque questo progetto, a Palese non c’è nulla e vi è solo una distesa di ruderi abbandonati su una costa che non viene pulita adeguatamente”.
Tante ragioni, dunque, ritenute sufficienti per staccarsi da Bari, ma senza rancore o senso di rivalsa: “La nostra iniziativa – rimarcano – non deve essere letta come forma di antagonismo o di ripicca verso Bari che resterebbe ovviamente nostro riferimento per l’area metropolitana. Non vorremmo passasse un messaggio sbagliato. Pensiamo che potremmo anche avere dei rapporti migliori con Bari parlando da Comune separato”. Per adesso il plico è stato depositato nella sede del Consiglio regionale in via Gentile a Bari all’attenzione del presidente della Giunta Michele Emiliano, della presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, del numero uno della Commissione Affari Istituzionali, Gianfranco De Blasi e dei gruppi consiliari. Al momento un piccolo sasso lanciato nello ‘stagno’ della politica, quantomeno per rilanciare un tema che sembrava sepolto da anni.