Roma, 9 gen — Luccicano sempre gli occhi di commozione quando l’ambiente progressista fagocita sé stesso: accade in Minnesota, dove una professoressa di «arti liberali» (sic) presso la Hamline University si è vista dare il benservito dall’ateneo per aver improvvidamente mostrato alcune immagini di Maometto in un corso di arte islamica.

Mostra disegno di Maometto, prof licenziata

Erika López Prater, questo il nome dell’insegnante, è stata accusata dai suoi studenti (tra cui figuravano alcuni musulmani) di aver esposto fotografie di quadri raffiguranti il profeta «senza prima avvertire». Molti musulmani considerano infatti le rappresentazioni di Maometto una grande offesa alla loro religione. Prater, in realtà, aveva avvertito la sua classe con largo anticipo, secondo un documento pubblicato domenica dal New York Times.

Ai ragazzi la prof aveva fatto sapere che potevano contattarla per qualsiasi dubbio sul materiale del corso. Ma a quanto pare nessuno lo ha fatto. Non solo: Prater sostiene di aver rinnovato l’avvertenza, annunciando alla classe di stare per esporre un’immagine di Maometto, qualche minuto prima, dando a chiunque potesse sentirsi offeso da tali fotografie l’opportunità di lasciare l’aula.

Le scuse

Nonostante i molteplici avvertimenti, uno studente della classe si è lamentato lo stesso — a dimostrazione di quanto gli alfieri del progressismo siano leali nelle proprie battaglie —  incassando il sostegno di studenti musulmani che quel giorno nemmeno si trovavano in classe a seguire le lezioni. Risultato:  Prater è stata cacciata dall’ateneo, e il presidente della Hamline University, Fayneese Miller, si è messo coscienziosamente 90 diffondendo una nota rivolta agli studenti scusandosi per l’incidente, e sostenendo che la sensibilità degli studenti musulmani passa in primo piano rispetto alla della libertà accademica.

La sensibilità viene prima della libertà accademica

«Non è nostra intenzione incolpare nessuno; piuttosto, è nostra intenzione notare che nell’incidente avvenuto in classe — dove un’immagine proibita ai musulmani è stata proiettata su uno schermo e lasciata per molti minuti — il rispetto per gli studenti musulmani osservanti in quella classe avrebbe dovuto avere la meglio sulla libertà accademica».  Raggiunto per un commento da Fox News Digital la scorsa settimana, un portavoce della scuola ha nuovamente affermato l’importanza per gli studenti di «sentirsi al sicuro, supportati e rispettati sia dentro che fuori dalle nostre classi». Con datori di lavoro così, a che serve l’Isis?

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Cristina Gauri

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