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Morto Gianluca Vialli, vittima del tumore al pancreas

È morto Gianluca Vialli, vittima del tumore al pancreas che lo affliggeva dal 2017. Una storia emblematica che colpisce un uomo ed un campione esemplare.

Morto Gianluca Vialli, vittima del tumore al pancreas

Morto Gianluca Vialli, vittima del tumore al pancreas

E che interviene su una malattia gravissima, la cui ricerca prosegue a rilento, rilento esacerbato da un sistema sanitario ridotto ad una “coperta corta” da dover tirare di emegenza in emergenza, come la Pandemia ci ha tristemente dimostrato.

Morto Gianluca Vialli, vittima del tumore al pancreas

Gianluca Vialli comincia la sua carriera giovanissimo, nell’oratorio della sua città nativa, per poi passare alla Cremonese, squadra che porterà in serie A.

Passerà poi alla Sampdoria, vivendo una stagione dorata: grazie alle intuizioni di Boskov lui e Roberto Mancini diventeranno i secondi gemelli del gol, coppia d’oro in grado di portare la loro squadra alla vittoria.

Scudetto nella stagione 1990-1991, si mostrò poi un leader nato nella Juventus con Del Piero e Ravanelli, mostrando chiaramente i segni del carisma e dell’abilità strategica che avrebbero fatto di lui un futuro grande allenatore.

Carriera questa che spetta a molti calciatori, che lui interpretò in modo magistrale.

Terminò la sua carriera nell’inglese Chelsea: nei suoi 19 anni di carriera da calciatore ha disputato tra Serie A, Premier e coppe europee 673 partite, segnando 259 gol. In azzurro vanta un bronzo a Italia 90, un argento e bronzo agli Europei U21 del 1984 e 1986 per un totale di 59 partite con la Nazionale maggiore e 16 reti. Si è ritirato il 1° luglio 1999.

Fu allenatore e dirigente, e nel 2017 l’incontro col tumore al Pancreas, grave malattia che raramente lascia scampo.

Diciassette mesi di chemio ne minarono il corpo, ma non lo spirito. La breve speranza nel 2020 di aver superato la malattia si rivelò fallace: come ebbe modo di precisare, l’”ospite a volte è più o meno presente”.

Recentemente Vialli ha dovuto abbandonare i suoi impegni con la FIGC, e purtroppo è sopraggiunta la morte.

Nonostante le feroci, spesso cruderli e carnascialesche esternazioni dei “notutto”, sciacalli pronti a ululare sul suo capezzale ustando come animali feroci in cerca di “correlazioni”, resta vero che l’emergenza pandemica ha dimostrato quanto deboli sono le possibilità della sanità dell’affrontare malattie come il cancro.

Il tumore al pancreas è aggressivo e ancora poco studiato, e nei lunghi anni della pandemia per molti malati sono saltati screening e prevenzione, creando una “pandemia secondaria” di persone in arretrato con terapie che avrebbero potuto se non salvar loro la vita, prende il cancro per tempo.

Vialli è stato un esempio nella vita come nella morte.

L’omaggio dei suoi cari

Numerose persone hanno omaggiato il campione e l’allenatore, da Buffon a Florenzi, da Verratti a Barrella. Chiunque abbia incontrato Vialli nella sua carriera, non l’ha dimenticato.

È morto Gianluca Vialli, ma non nei nostri cuori.

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