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Mafia e droga a Bari, Vitino l

Questa sera “la clamorosa decisione dei giudici capitolini – fa sapere l’avvocato Vannetiello – che annulla la sentenza emessa dai giudici baresi e cancella definitivamente tutte le condanne

17 Gennaio 2023

Isabella Maselli

BARI – Ventotto anni fa una presunta organizzazione criminale con base operativa a Bari avrebbe importato droga dall’Europa dell’Est, commercializzandola in Puglia. Ma è passato troppo per accertare ruoli e responsabilità: la Cassazione, mettendo una pietra tombale su quella “Casa Rossa” che nel 1998 portò a 21 arresti e che solo nel 2013, dieci anni fa, arrivò a sentenza (di primo grado), ha annullato senza rinvio le condanne inflitte poco più di un anno fa dalla Corte di Appello di Bari per prescrizione di tutti i reati. Tra i nomi che in questa storia balzano agli occhi c’è quello di Vito Martiradonna, il Vitino l’Enèl – oggi 78enne – che l’Antimafia riteneva tra coloro incaricati di gestire il traffico di eroina e cocaina che arrivava dalla ex Jugoslavia negli anni Novanta.

Erano gli stessi anni in cui Martiradonna fu accusato di aver avuto un ruolo nel clamoroso incendio del teatro Petruzzelli. E per quella vecchia storia di droga rischiava di passare in carcere i prossimi 9 anni (questa era la condanna inflitta in appello) se solo il tempo non avesse giocato a suo favore. Oltre lui, sentenza annullata senza rinvio anche per gli altri sei imputati: Antonio Scaranello, 78 anni, Roberto Sangiorgi, 66 anni, Vito Mastrandrea 72 anni, Zoran Stojanovic, 68 anni, Giuseppe Ranieri, 56 anni, Giovanni De Frenza, 56 anni (difesi dagli avvocati Francesco Amodio, Massimo Roberto Chiusolo, Gianmaria Daminato, Vito Giulitto, Dario Vannetiello, Bruno Vigilanti).
L’indagine, avviata ormai quasi un quarto di secolo fa dall’allora pm della Dda Giuseppe Scelsi, arrivò a processo un decennio dopo. In secondo grado furono confermate le condanne, pur con pene leggermente ridotte, fino a 11 anni di reclusione (9 per Martiradonna).

Questa sera “la clamorosa decisione dei giudici capitolini – fa sapere l’avvocato Vannetiello – che annulla la sentenza emessa dai giudici baresi e cancella definitivamente tutte le condanne. In attesa del deposito della motivazione, pare – ritiene il legale – che tra i motivi di ricorso che hanno fatto breccia v’è ne uno sicuramente singolare: quello afferente alla prescrizione del gravissimo reato di associazione dedita al narcotraffico”. Un reato che ha una prescrizione trentennale ma che, per essere stato dichiarato estinto evidentemente è stato ritenuto non aggravato. “Nella storia giudiziaria è un caso rarissimo, se non unico” conclude l’avvocato Vannetiello.

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