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Luisa Ranieri: «Bari è ormai un po’ casa mia»

L’attrice è la protagonista de «Le indagini di Lolita Lobosco». «Stiamo lavorando sulla scrittura della terza serie. La bellezza? un vantaggio ma anche un limite»

06 Gennaio 2023

Maria Grazia Rongo

BARI – «Antò fa caldo» sospirava una avvenente bruna boccheggiando in uno spot pubblicitario diversi anni fa. Quella ragazza formosa dall’accento napoletano ne ha fatta di strada (fino ad approdare alla notte degli Oscar 2022 tra i protagonisti – nel ruolo della zia Patrizia – del film di Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio) e da un paio d’anni ha mescolato alla sua cadenza napoletana anche quella barese vestendo i panni, o per meglio dire, calzando i tacchi 12 della commissaria barese, promossa vice questore, più affascinante d’Italia, Lolita Lobosco.

Le indagini di Lolita Lobosco, dopo il successo della prima serie, tornano su Rai1 domenica 8 gennaio per la prima di sei serate, alle 21.25, con protagonista la bellissima Luisa Ranieri, perfetta nel ruolo della Lolita nazionale nata dalla penna della scrittrice barese Gabriella Genisi. «Lolita è un personaggio che abbiamo cercato. Fu Luca (l’attore e produttore Luca Zingaretti, marito di Ranieri, ndr) a chiamare Gabriella Genisi dicendole che si era innamorato di Lolita e voleva farne una serie televisiva – racconta l’attrice in una pausa dal set del nuovo film di Ferzan Ozpetek, Nuovo Olimpo -. È un personaggio che ami perché ha tante sfumature, è una donna del Sud ma non un cliché degli anni ‘50. È una donna moderna che ha delle forti radici culturali, però allo stesso tempo è una donna proiettata in avanti nel suo lavoro, l’amore non è centrale ma è accanto a lei, è un divertissement, non è l’obiettivo della sua vita sposarsi e fare dei figli. E poi mi piace perché ha questo doppio binario, un po’ la malinconia, la nostalgia dei luoghi, della gente, gli odori, la sensualità e al tempo stesso è una donna molto autorevole e autoritaria, molto fredda nel suo lavoro, determinata, e in questa nuova stagione la scopriremo a volte fragile».

È una donna che nella vita reale potrebbe essere Luisa Ranieri o no?

«Per il calore e la modernità sicuramente Lolita è comune a molte donne, non solo a me. È un personaggio che piace così tanto alle donne perché si sono riconosciute nella sua modernità. Lo vedo anche dai messaggi che mi scrivono i fan, molte sono donne, e sono donne che lavorano, studiano, viaggiano, hanno delle vite complicate, moderne. Abbraccia un po’ tutte le donne per il calore e la determinazione, e anche per il fatto che è una che sta bene da sola che si basta. E adoro la sua spregiudicatezza e il suo coraggio».

Lei nel ruolo è perfetta: mediterranea, sensuale, determinata, bellissima. La bellezza per lei è stata un vantaggio o un ingombro?

«Sicuramente la bellezza all’inizio può essere un vantaggio, è un biglietto da visita per il quale non hai dovuto dimostrare niente di quello che sai fare, te l’ha data la natura, la mamma, quindi è un regalo. Secondo me però a volte è anche un limite, perché devi dimostrare di più degli altri, perché c’è un preconcetto per una questione culturale. Sono molto grata a mia madre ma non ho usato molto la bellezza nella mia vita, sono sempre stata in fuga dall’etichetta della bella. Volevo fare questo mestiere con serietà e alla fine mi sono cercata ruoli diversi dalla bellona».

E l’essere una donna del Sud quanto conta nella sua vita professionale?

«Il novanta per cento del mio essere attrice. Sicuramente il temperamento, il carattere, le radici, un certo modo di vivere, ma anche tutte le contraddizioni della mia città, Napoli, me le porto dentro, fanno parte del mio bagaglio».

Che rapporto ha instaurato con Bari e con i baresi?

«Io amo molto la città, non so se la città ama me! Mi sento a casa, per certe cose è molto simile a Napoli. Mi piace da morire stare a Bari. Mi piace il cibo. Mi piacciono i baresi che sono simpatici ma discreti. Sto benissimo lì».

In effetti subito dopo la prima puntata della prima stagione i baresi polemizzarono un po’ sul suo modo di parlare…

«È ovvio che al barese puro il mio accento non gli torna, ma quel che conta è la sfumatura, il carattere, quello che ci metti dentro non esattamente quel suono lì. Lolita è di Barivecchia, non la possiamo fare troppo pulita. Ha vissuto a Legnano e si è un po’ ripulita, ma a me piace che abbia pancia, non la volevo fare troppo borghese perché lei non lo è. È una ragazza del popolo che si è evoluta partendo dalla pancia».

Con chi vedrà la puntata domenica prossima?

«A casa mia con tutto il cast come anche la scorsa volta».

Preparerà un’assassina?

«No, purtroppo non ne avrò il tempo perché farò promozione fino all’ultimo, quindi ho chiamato un catering».

Infine una domanda alla produttrice. Il grande successo della prima stagione e anche quello delle repliche fanno pensare già a una terza stagione?

«La Rai ce l’ha chiesta già da luglio scorso. Stiamo lavorando sulla scrittura, Vedremo».

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