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La “carta Ronaldo” che inguaia la Juventus: il documento “che non deve esistere” sugli arretrati fuori bilancio a CR7 – Il Riformista

Ecco l’accordo col portoghese

Redazione — 19 Gennaio 2023

La “carta Ronaldo” che inguaia la Juventus: il documento “che non deve esistere” sugli arretrati fuori bilancio a CR7

La “carta di Cristiano Ronaldo”, quella che secondo gli stessi dirigenti della Juventus non doveva esistere perché “se viene fuori, ci saltano alla gola”, esiste eccome. L’accordo tra la società bianconera della famiglia Agnelli-Elkann e il campione portoghese, che dopo il Mondiale in Qatar ha firmato per il club arabo dell’Al Nassr, rischia di compromettere il club di Torino perché dimostrerebbe il teorema dei pm, ovvero che vi era un accordo tra società e CR7 per garantirgli gli arretrati non a bilancio.

A tirare fuori “la carta” è oggi il Corriere della Sera. L’oggetto della comunicazione rivolta all’“Egregio Signor Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro” è “Accordo Premio Integrativo — Scrittura integrativa”. “Facciamo seguito alle intese intercorse e uniamo alla presente il documento relativo al premio integrativo riconosciuto a suo favore (Accordo Premio Integrativo) e l’ulteriore scrittura integrativa dell’Accordo Premio Integrativo (“Scrittura integrativa”)”, si legge nel primo paragrafo del documento, firmato dall’ex direttore sportivo della Juventus Fabio Paratici (ora al Tottenham), indagato assieme ai vertici del club tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli e il suo vice Pavel Nedved.

Parole che equivalgono ad un mezzo terremoto per i bianconeri, come ammettevano il direttore sportivo Federico Cherubini e il responsabile dell’ufficio legale Cesare Gabasio il 23 settembre 2021, quando intercettati dagli investigatori tremavano di fronte alla possibilità che quel documento venisse trovato.

Carta che, scrive il Corsera, è stata effettivamente rinvenuta dai militari della Guardia di Finanza nello studio dell’avvocato Federico Restano (a Torino) il 23 marzo 2022, nel corso della seconda perquisizione disposta dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai sostituti Mario Bendoni e Ciro Santoriello.

Quella carta per la Procura dimostra l’esistenza di una manovra ‘laterale’ sugli stipendi da parte del club nella stagione 2020/21, quella ‘compromessa’ a livello economico dallo scoppiare della pandemia e dal campionato costretto a fermarsi e ripartire senza pubblico, con gravi perdite per tutte le società di Serie A.

La Juventus comunicò pubblicamente un accordo preso con i suoi tesserati, ovvero quello che per i magistrati è una rinuncia fittizia ad alcune mensilità da parte dei calciatori. Lo ammetterebbe anche l’allora capitano bianconero Giorgio Chiellini, che siglò l’accordo col club e poi si fece portavoce con lo spogliatoio evidenziano però la falsa comunicazione del club: “Per questioni legislative di Borsa la comunicazione che uscirebbe è solo della rinuncia ai 4 mesi. È chiesto di NON PARLARE NELLE INTERVISTE sui dettagli di questo accordo”, scrisse nella chat di squadra, mentre l’accordo reale era in realtà della rinuncia ad una sola mensilità e del differimento delle restanti quattro.

Anche la “carta Ronaldo”, la “side letter”, smentirebbe tale comunicazione: al fenomeno portoghese il club garantiva gli arretrati ai quali avrebbe dovuto ufficialmente rinunciare, una cifra intorno ai 20 milioni di euro.

In un allegato si specifica che “nell’ipotesi in cui, a seguito di suo trasferimento definitivo, la condizione stabilita per la maturazione dei premi individuati (…) non possa verificarsi, Lei avrà diritto a percepire un incentivo all’esodo”. Secondo la Procura di Torino quel debito non è mai stato iscritto a bilancio, configurando così un reato.

Di questa famosa carta-accordo i magistrati hanno provato a chiedere conto al campione portoghese attraverso una rogatoria internazionale, ma CR7 non si è mai presentato dai pm di Torino. I suoi legali invece hanno fatto sapere che il calciatore non ha mai visto quei documenti e che non ne possiede copia, salvo poi chiedere al gup Picco di poter accedere agli atti dell’inchiesta.

Redazione

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