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Il video dell'insegnante Keenan Anderson che muore durane l'arresto della polizia: “Non voglio fare la fine di George Floyd” – Il Riformista

E’ il cugino del fondatore del movimento Black Lives Matter

Redazione — 12 Gennaio 2023

Il video dell’insegnante Keenan Anderson che muore durane l’arresto della polizia: “Non voglio fare la fine di George Floyd”

E’ morto in ospedale per arresto cardiaco dopo essere stato colpito più volte da un Taser della polizia degli Stati Uniti, intervenuta per un banale incidente stradale. La vittima, Keenan Anderson, insegnante afroamericano di 31 anni, è il cugino del fondatore del movimento Black Lives Matter nato dopo la morte di George Floyd. Anderson è stato ucciso dalla polizia di Los Angeles il 3 gennaio dopo essere andato in arresto cardiaco in seguito all’utilizzo, da parte degli agenti, del Taser.

Come sempre accade in questi episodi di violenza fuori controllo, gli agenti hanno detto di essere intervenuti sulla scena di un incidente d’auto a Venice, Los Angeles, dove hanno trovato Anderson visibilmente agitato. Ma le immagini riprese da una body cam e diffuse dalla stessa polizia, smentiscono l’operato degli operatori e adesso sulla morte del 32enne è stata aperta una indagine della polizia di Los Angeles che accerterà le cause anche di due altre morti legate all’intervento degli agenti in città.

Nel video infatti viene chiesto ad Anderson, disarmato, di inginocchiarsi e mettere le mani dietro alla testa. Poi, dopo attimi concitati dove l’uomo, impaurito, tenta di allontanarsi e si dice dispiaciuto per l’accaduto, i poliziotti lo gettano a terra e tentano di immobilizzarlo con il docente, in preda al panico, che urla: “Aiutatemi, stanno cercando di farmi quello che hanno fatto a George Floyd“. Sono almeno tre i poliziotti che si avventano sull’uomo disarmato per bloccarlo.

Il Taser viene usato più volte mentre il 31enne continua a chiedere aiuto. A un certo punto la sua voce non si sente più e, dopo l’arrivo di una ambulanza, viene portato in ospedale dove muore per arresto cardiaco. Il capo della polizia di Los Angeles, Michel Moore, dice che la vittima si stava comportando in “modo strano” e che aveva avuto un “problema medico”, aggiungendo che da analisi del sangue era risultato che la vittima fosse imbottita di cannabis e cocaina. “La morte di Keenan – commenta Melina Abdullar, l’altra fondatrice di Black Lives Matter – è assolutamente terribile ma la polizia non la cataloga come omicidio, dicono che si tratta di morte durante l’arresto. Keenan è stato ucciso con il Taser. E dopo un piccolo incidente stradale”. “Mio cugino – aggunge Cullors – aveva passato gli ultimi dieci anni a difendere i diritti dei neri uccisi. Sapeva cosa c’era in gioco e stava cercando di proteggere se stesso. Nessuno lo ha aiutato”.

Il capo della polizia Michel Moore ha dichiarato mercoledì di essere “profondamente preoccupato” per la morte di tre uomini nell’arco di due giorni. Oltre a Keenan Anderson, infatti, si indaga sui decessi del 35enne Oscar Sanchez e del 45enne Takar Smith, coinvolti in una sparatoria con le forze di polizia. Smith è stato colpito mortalmente da un proiettile dopo che aveva brandito un coltello da macellaio di 25 centimetri. Contro di lui gli agenti avevano già usato un taser e uno spray al peperoncino. Nel caso di Sanchez, gli agenti gli hanno sparato un totale di sei proiettili, colpendolo più volte al torso e alle gambe, mentre un altro agente ha sparato un singolo colpo meno letale. La polizia aveva inizialmente ricevuto una segnalazione di un uomo che lanciava un oggetto metallico contro un veicolo in transito intorno alle 17:30 del 3 gennaio. Gli agenti hanno trovato Sanchez sul pianerottolo del secondo piano di un’abitazione e gli hanno ordinato, in spagnolo e inglese, di scendere le scale. Quando la polizia è salita al piano superiore, dopo circa 10 minuti di trattative, Sanchez li ha affrontati con un arma da taglio improvvisata.

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