Roma, 5 dic – Confermato quanto anticipato dal sempre ben informato Wall Street Journal, Amazon va di accetta e procede a un impressionante taglio del personale: licenzia 18mila persone. A renderlo noto è l’amministrazione delegato della multinazionale, Andy Jassy. “Lavoriamo per sostenere coloro che sono colpiti offrendo pacchetti che includono un pagamento, benefit sanitari e sostegno” per trovare un altro posto di lavoro, scrive l’ad di Amazon in una e-mail. Jassy ha poi precisato che “Amazon ha navigato in un’economia incerta e difficile in passato e continuerà a farlo”. E “questi cambiamenti ci aiuteranno a perseguire opportunità di lungo termine con una struttura dei costi più forte”.

L’accetta di Amazon che licenzia 18mila persone: ecco come

Sempre il Wall Street Journal aveva rivelato che la società si preparava a tagliare 17mila posti di lavoro, rispetto ai 10mila inizialmente previsti, soprattutto nella divisione retail e tra i lavoratori nelle risorse umane come il reclutamento. Alla fine sono stati tagliati 18mila lavoratori. Di male in peggio, dunque. I più colpiti dai tagli saranno i dipendenti dei negozi, come Amazon Fresh e Amazon Go, nonché organizzazioni Pxt. Agli interessanti dovrebbero arrivare le lettere di licenziamento a partire dal 18 gennaio.

Grandi profitti e anni “sfortunati”

Durante la pandemia i profitti di Amazon sono letteralmente volati alle stelle. A titolo esemplificativo nel 2021 l’azienda californiana ha chiuso il primo trimestre con 8,1 miliardi di utile, il triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Più di recente, nel terzo trimestre del 2022 Amazon ha fatturato la bellezza di 127,1 miliardi di dollari, con un utile netto di 2,9 miliardi, 0,28 dollari per azione, in calo del 9% rispetto all’anno precedente. In pratica nel 2022 le azioni del colosso e-commerce hanno perso il valore accumulato grazie al periodo delle chiusure in tempo di Covid. Un anno, il 2022, che qualcuno descrive come “da dimenticare” per i colossi della tecnologia. Vero, in parte, eppure parliamo sempre di multinazionali che fatturano cifre da capogiro.

Alessandro Della Guglia

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