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Foggia, Don Uva: dopo gli abusi via ai controlli

La Regione manda gli ispettori delle Asl: verifiche sulla gestione dei malati psichiatrici

26 Gennaio 2023

Reporter:

Massimiliano Scagliarini

BARI – I fatti emersi dall’inchiesta della Procura di Foggia, che ha portato tra l’altro alla sospensione di 30 dipendenti, potrebbero costituire una violazione del rapporto contrattuale. È per questo che oggi la Regione invierà una nota alle Asl di Foggia e Bat, nel cui territorio sorgono le strutture private del «Don Uva»: chiede l’avvio di verifiche, da parte dei Dipartimenti di prevenzione, sull’attività degli ex istituti ortofrenici. Il dossier era già sul tavolo del capo dipartimento Vito Montanaro, perché a fine 2021 il «Don Uva» ha chiesto la trasformazione dei 180 posti letto di Foggia (da ex «Op» a ortofrenico) ai fini della rivalutazione economica, richiesta che comporta una nuova verifica di accreditamento. La convenzione pugliese con il Don Uva vale complessivamente 63 milioni l’anno: un anno fa la Regione si era appena impegnata a riconoscere un adeguamento dei corrispettivi per gli ex pazienti ortofrenici, da applicare dopo l’accreditamento. E la legge regionale 9 del 2017 prevede in questi casi la possibilità di effettuare controlli approfonditi.

La Universo Salute è subentrata nel febbraio 2017 alla Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, finita in amministrazione straordinaria a seguito di una inchiesta della Procura di Trani che ha fatto emergere un buco colossale. Gli arresti di martedì per maltrattamenti, violenza sessuale e sequestro di persona hanno fatto scoppiare un bubbone, perché dimostrano che in Puglia il problema dell’assistenza psichiatrica è tutt’altro che risolto con l’affidamento ai privati. Il Don Uva ha circa 400 ortofrenici, di cui circa metà nella sede di Foggia: negli atti amministrativi gli ex pazienti psichiatrici vengono definiti «a esaurimento», persone che in alcuni casi vivono dalla nascita nell’ex istituto religioso, per i quali la Regione riconosce 102 euro al giorno. Quello pugliese è uno degli istituti ortofrenici più grandi d’Italia: ospita soprattutto pazienti senza famiglia, di fatto internati a vita, con enormi problemi di gestione. Le linee guida ministeriali prescrivono di organizzare l’assistenza psichiatrica in piccoli nuclei, non oltre le 20 persone, così da superare la logica dei manicomi, aboliti nel 1978 dalla legge Basaglia ma chiusi definitivamente solo nel 1994. Nei fatti, Foggia e Bisceglie restano dei manicomi.

Dopo lo scandalo delle violenze nella sede di Foggia, che ha avuto eco enorme, la Regione vuole verificare quello che è stato fatto. Partendo proprio dai 30 dipendenti sospesi: bisogna verificare se il gestore sta garantendo l’assistenza prevista. I Dipartimenti di prevenzione hanno poteri di polizia giudiziaria e possono lavorare in collaborazione con i Nas. Non molto tempo fa, nel Brindisino, controlli simili portarono alla chiusura di tre case per la vita. Ma intanto restano le polemiche sui mancati controlli all’interno della struttura. L’ad di Universo Salute, Luca Vigilante, martedì ha detto che l’azienda aveva chiesto ai sindacati l’ok all’installazione di telecamere, concessa «solo in alcune zone, per giunta note a tutti i lavoratori», ma non nelle camere di degenza. I sindacati però ribattono: «Eravamo contrari alle telecamere nelle stanze per una questione di privacy dei degenti – dice Nicolangelo Cosmai, segretario aggiunto della Fials – e perché sarebbe stata necessaria l’autorizzazione del Garante. Ma non siamo stati assolutamente ostili ad ampliare la vigilanza video rispetto a quanto previsto dalla legge, che impedisce di sorvegliare l’attività lavorativa». La Fials (che ha sospeso quattro iscritti coinvolti nelle indagini) rimanda le critiche al mittente: «Anche l’azienda avrebbe dovuto impegnarsi di più, a promuovere un cambiamento culturale se non una maggior presenza di medici e caposala. Negli anni qualche episodio simile si era verificato, ma era legato all’azione di un singolo individuo e non coinvolgeva intere categorie professionali. Il personale adibito a mansioni così delicate va scelto con cura, non è accettabile ricorrere alle agenzie interinali».

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