ABBONATI A CULTURAIDENTITA’

Nella città del “Vanity Sindaco” (copyright Giorgio Gandola) Beppe Sala c’è la coda sul marciapiede davanti a Pane Quotidiano in viale Toscana. Saranno immigrati ma ci sono anche italiani. Non solo a Milano, in tutta Italia, anche se magari non in tutta Italia ci sarà una Casa del Pane. Per il Censis a dicembre 2022 5,6 milioni di italiani sopravvivono in povertà assoluta e una famiglia su 3 teme le bollette. C’è poco da fare spallucce. E il reddito di cittadinanza fa poco. Soprattutto se va a finire (anche) nelle tasche di chi un lavoro ce l’ha. Per non dire altro. Ma l’ultimo testo della manovra che il Governo sta discutendo ha qualche novità: il reddito alimentare, un aiuto concreto che a partire dalle eccedenze dagli scaffali arriva a chi si trova in Italia in condizione di povertà assoluta. E per povertà assoluta intendiamo anche chi, nella Milano eco chic che obbliga i lavoratori a comprarsi l’auto elettrica, vive in una tenda come quei due ragazzi italiani genitori di una bimba che hanno dovuto dare in affidamento perché sapevano che non avrebbe resistito come loro alle temperature polari della notte, o come quella coppia che non riesce a trovare una casa e vive in macchina con le due bimbe piccole. Vergogna. Altro che reddito di cittadinanza: nel vero senso dell’espressione, c’è dell’altro. Chi è occupabile se lo scorda, la festa va avanti per 7 mesi poi un lavoro lo deve accettare per davvero, mentre tutti gli altri che ne hanno diritto (genitori con minori, anziani, disabili) continueranno a riceverlo per tutto l’anno in attesa della riforma nel 2024. Nessuno deve rimanere nell’indigenza e visto che il reddito di cittadinanza così come l’hanno inventato Conte e i grilletti non va bene, ecco la nuova misura: reddito alimentare per i poveri assoluti (la soglia di spesa sotto la quale si è assolutamente poveri la stabilisce l’Istat e comprende l’insieme di beni e servizi essenziali come le spese per la casa, per la salute e il vestiario). Pacchi con l’invenduto di negozi e supermercati saranno distribuiti ai più bisognosi, si ordinano via app e si ritirano nei centri di distribuzione. Il quando, il chi e il come verranno stabiliti entro i prossimi 60 giorni, la procedura di erogazione sarà di competenza dei Comuni e speriamo che a Milano Sala, lontano lontano da quelle periferie che dovevano essere la sua “ossessione” (“La mia ossessione saranno le periferie”, era il 2016), almeno butti un occhio col cannocchiale dalla tolda di comando sull’area urbana che si estende dal Municipio 1 in là.

ABBONATI A CULTURAIDENTITA’