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Il 17 marzo, per la linea 53, mezz’ora di attesa alla fermata di via Starita (Fiera del Levante). Il 22 marzo il 4 in ritardo di 14 minuti in piazza Umberto I a Carbonara

G. Flavio Campanella

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G. Flavio Campanella

04 Aprile 2023

BARI – Ci saranno la blu, la verde, la lilla e pure la rossa. Le linee previste dal progetto Bus Rapid Transit, presentate come nel trailer di un film a colori (in onda prossimamente nella città di Bari), consentiranno di spostarsi da un lato all’altro della città con mezzi elettrici e su percorsi quasi interamente dedicati. Per ora, però, a parte il profondo rosso del bilancio (5,1 milioni di deficit nel 2022), a cui il Comune (con la ricapitalizzazione) e i manager Sabino Persichella (presidente) e Domenico Mariani (neo direttore generale) dovranno porre rimedio con una vagonata di quattrini e una riverniciatura della gestione, le sfumature del trasporto pubblico locale garantito dalla municipalizzata appaiono piuttosto grigie, e in alcuni casi addirittura tendenti al nero, stando almeno a quanto appurato dal Codacons di Bari, l’associazione dei consumatori sicuramente più attiva del territorio.

A BORDO –  Per scoprire pregi e difetti del servizio fornito ai cittadini baresi, due volontarie sono salite a bordo dei bus partendo prevalentemente dalla stazione centrale (ma non solo) in un arco di tempo (e in momenti diversi della giornata) sufficiente per farsi un’idea di quanto accade ai passeggeri, magari proprio quelli che tanto hanno benedetto l’iniziativa dell’abbonamento a 20 euro per trasferirsi senza vincoli da una parte all’altra del capoluogo. Se si volesse iniziare ribaltando la realtà si potrebbe cominciare dalla verifica domenicale. Se infatti San Giuseppe cadesse sempre in un giorno festivo, avremmo risolto il problema della mobilità (e della puntualità). Il 19 marzo scorso la linea 21 (partenza da piazza Moro, arrivo a Madonna delle Grazie, nei pressi dell’Uliveto, sulla strada per Valenzano) ha vinto un premio speciale perché capace sia nella corsa di andata delle ore 17.16 sia in quella di ritorno delle 18.20 di arrivare a destinazione con 5’ di anticipo.

LA VERIFICA – Ma Bari è una metropoli (o almeno rientra fra le città metropolitane italiane) che normalmente pullula durante la settimana (ma questo lo sanno tutti). Quindi, per avere un quadro della situazione, testare le prestazioni dal lunedì al venerdì aiuta ad avere meglio il polso della situazione. E che la partenza sia spesso falsa (come spesso accade durante le gare automobilistiche) è dimostrato dall’esperienza di Viviana De Matteis, malcapitata volontaria del Codacons in attesa (il 17 marzo) del pullman in via Starita, a due passi dalla Fiera del Levante, costretta ad aspettare il 53 (che da via De Blasi al San Paolo porta a Bari centrale) per mezz’ora («ho aspettato invano dalle 17.58 alle 18.28. Pensavo fosse saltata anche la corsa delle 18.13. Poi è arrivato il mezzo che ha raggiunto la stazione alle 18.49. Francamente 50’ in più mi sembra troppo»). Il salto della corsa deve essere una specialità della casa: sempre lei ha appurato (il 22 marzo) non solo che il 53 tarda anche all’incontrario (per la precisione 17’ per raggiungere San Girolamo – Puccini da piazza Moro: arrivo alle 18.50 anziché alle 18.33), ma anche che il 12/ sembra avere lo stesso problema. È da Torre a Mare che lei proveniva, proprio per comprendere quanto fosse affidabile andare da sud a nord della costa cittadina.

LA CONTROPROVA – Alla collaboratrice del Codacons Maria Francesca Armenise non è andata molto meglio. Anche perché, diciamoci la verità, se l’è andata a cercare, iniziando le verifiche (il 22 marzo) nientedimeno che dal 4 (da Bari centrale a Ceglie – Istituto agronomico), una delle linee più lunghe e utilizzate. Partendo in mattinata da piazza Umberto I a Carbonara, ha dovuto intanto iniziare subito ad handicap (14’ minuti di attesa: è salita alle 10.09 anziché alle 9.55), per poi subire, insieme con gli altri utilizzatori, un ritardo di oltre mezz’ora, arrivando in piazza Moro alle 10.50 e non alle 10.26. L’unica fortuna è stata aver potuto percorrere l’ultimo tratto seduta. «Solo alla fermata della Camera di Commercio il bus si è svuotato. Ma fosse soltanto la mancanza di posti a sedere! Sarebbe nulla. Prendiamo, infatti, il 13. Oltre a mezzi sempre vecchi e pieni, c’è carenza di maniglie d’appoggio, perlopiù rotte, i sedili sono scivolosi. E poi, in generale, spesso gli autisti frenano in maniera troppo brusca o non tengono conto dei bisogni dei clienti. Ad esempio, una signora ha rischiato di rimanere incastrata nella porta mentre scendeva».

LA CONFERMA – Prendiamolo allora a (ulteriore) esempio il 13 (dalla stazione a via Dalfino, quartiere San Paolo). «Sempre il 22 marzo sono partita alle 11.02 da Bari centrale 2’ dopo l’orario previsto. In via Crispi, di fronte al tribunale di piazza de Nicola il ritardo era già di 9’, salvo aumentare vicino al ponte Adriatico e poi ancora fino a 18’ in via Accolti Gil, alla zona industriale (proprio a due passi dalla sede dell’Amtab – n.d.r.). Ma l’esperienza non è stata positiva nemmeno sul 23, sia giovedì 23 intorno a mezzogiorno sia venerdì 24 di prima mattina. Nel primo caso la partenza era fissata alle 12.13 da piazza Moro, ma ci hanno comunicato che non sarebbe passato nemmeno il mezzo successivo delle 12.31. Ho dovuto quindi necessariamente attendere le 13.06 per spostarmi fino all’altro capolinea, cioè alla sede della Regione Puglia in via Gentile, giungendo con 8’ di ritardo. Nel secondo caso, ho deciso di riprovarci con l’autobus delle 8.19, ma niente da fare: ci siamo mossi alle 8.36 senza capire bene di quale corsa si trattasse, visto che, peraltro, il cartellone informativo sul posto dava un orario di partenza diverso da quello visibile sul sito internet. Anche questo della comunicazione è un problema. Pure gli orari degli autobus indicati sull’applicazione MUVT sono spesso errati».

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