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Riforma fiscale 2023 in breve: ecco tutte le novità dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Riforma fiscale 2023 in breve: via libera dal Consiglio dei Ministri
- Riforma fiscale 2023 in breve: taglio aliquote IRPEF
- Riforma fiscale 2023 in breve: flat tax, IRAP, IRES e IVA
- Riforma fiscale 2023 in breve: accise, tributo unico e federalismo fiscale
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Riforma fiscale 2023 in breve: via libera dal Consiglio dei Ministri
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega presentato dal governo Meloni per la riforma fiscale.
Via libera anche al disegno di legge per l’attuazione dell’Autonomia differenziata e al “decreto Ponte”, l’insieme di disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, il cosiddetto ponte sullo Stretto.
Il disegno di legge passa ora sotto la lente di ingrandimento del Parlamento per la votazione decisiva. Entro un paio di anni sarà riscritto l’intero sistema fiscale del nostro Paese.
Si va dalla riduzione degli scaglioni IRPEF all’estensione della flat tax incrementale; dal taglio delle tax expenditures alla semplificazione delle detrazioni fiscali, nell’insieme di una lotta (si spera…) all’evasione fiscale.
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Riforma fiscale 2023 in breve: taglio aliquote IRPEF
Il primo intervento, quello più importante, riguarda la riduzione delle aliquote IRPEF. Si passa dalle attuali 4 fasce (23%, 25%, 35% e 43%) alle 3 fasce previste già a partire dal 2024, come confermato dal vice-ministro dell’Economia, Maurizio Leo.
L’esecutivo punta a semplificare l’intero sistema IRPEF (redditi finanziari, fabbricati, agrari, da lavoro dipendente, autonomo, d’impresa…), a garantire una minore pressione fiscale e ad aiutare i redditi medio-bassi.
Due le ipotesi attualmente al vaglio, come vi abbiamo spiegato in questo approfondimento:
La prima ipotesi prevede:
- IRPEF al 23% per redditi fino a 28.000 euro;
- IRPEF al 33% per redditi fino a 50.000 euro;
- IRPEF al 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
La seconda ipotesi prevede:
- IRPEF al 23% per i redditi fino a 15.000 euro;
- IRPEF al 27% per i redditi compresi tra 15.000 e 50.000 euro;
- IRPEF al 43% per i redditi oltre i 50.000 euro.
Riforma fiscale 2023 in breve: taglio Bonus e detrazioni
La riforma dell’IRPEF sarà possibile anche grazie al taglio delle tax expenditures: oltre 600 agevolazioni fiscali attive, per un costo di oltre 160 miliardi di euro.
Nel mirino diversi Bonus, che vi abbiamo elencato in questo approfondimento:
- le spese sanitarie;
- gli interessi sui mutui;
- le spese per i funerali;
- le assicurazioni sulla vita;
- le spese per lo sport;
- le spese per l’Università.
- il bonus psicologo;
- il bonus per l’acquisto degli elettrodomestici;
- il bonus per le spese per gli animali domestici.
La riforma fiscale 2023 mira ad alleggerire il sistema di deduzioni, detrazioni e sgravi fiscali, che solo in parte sono calcolate sul reddito del beneficiario.
Si parla dell’introduzione di una “detrazione a forfait”, che varia a seconda dello scaglione di reddito di riferimento e dovrebbero essere uguali per tutte le tipologie di spese (sanità, istruzione, previdenza complementare, lavori per efficientamento energetico e mutui per la prima casa):
- 0,4% per redditi più bassi;
- 3% per redditi intermedi;
- 2% per redditi fino a 100.000 euro;
- 0% per redditi superiori ai 100.000 euro annui.
Riforma fiscale 2023 in breve: flat tax, IRAP, IRES e IVA
Un’altra novità riguarda l’estensione della flat tax incrementale anche ai lavoratori dipendenti.
Ci riferiamo alla tassa piatta introdotta dall’ultima legge di bilancio per i redditi dichiarati in più dai lavoratori autonomi, oltre il limite di 40mila euro annui, rispetto al triennio precedente
Passando all’IRES, l’imposta sul reddito delle imprese verrà divisa in due aliquote (15% in aggiunta all’aliquota del 24%).
L’aliquota ridotta al 15% vale per la quota di reddito destinata a investimenti qualificati e/o di nuova occupazione, per i due anni successivi.
Con questo cambio di rotta, il governo Meloni si allinea all’imposta globale minima per le multinazionali, pari al 15% (la cosiddetta Global minimum tax), in vigore dal 1° gennaio 2024 e punta ad attirare investitori esteri sul mercato italiano.
L’IRAP, invece, verrà abolita in maniera graduale. L’imposta regionale sulle attività produttive verrà sostituita da una sovrimposta con base imponibile corrispondente all’IRES.
Prevista anche la revisione dell’IVA, con un aggiornamento delle aliquote su beni e servizi, soprattutto di prima necessità. Ad oggi l’Iva più gravosa è sui beni di prima necessità: il 4% sul pane, il 10% sulla carne e sul pesce, addirittura il 22% su una bottiglia d’acqua. Il vice-ministro Leo ha spiegato che ci vorrebbe più uniformità e più buon senso.
Si pensa all’attivazione di una procedura più semplice per i rimborsi che lo Stato deve erogare alle imprese e ai cittadini.