Economia
Redazione — 6 Aprile 2023
Vinitaly si è chiuso con successo, con 93 mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere. In crescita rispetto alla scorsa edizione, merito in particolare dei buyers esteri. Nella top five delle provenienze, gli Stati Uniti seguiti dalla Germania. Terzo rimane il Regno Unito mentre la Cina torna in quarta posizione, scavalcando il Canada.
La vera forza della manifestazione restano le aziende e i territori: il vino italiano rappresenta il campione dell’export made in Italy con una bilancia commerciale in attivo di 7,4 miliardi di euro.
Una filiera a tutti gli effetti strategica per l’economia del Paese. E il Vinitaly si pone al servizio e in maniera sempre più funzionale alle esigenze delle aziende che operano sui mercati. Positivo anche il risultato raggiunto dalle aziende campane in termini di visitatori, appuntamenti B2B, eventi e manifestazioni a largo coinvolgimento di pubblico. La Campania continua a registrare una costante crescita al Veronafiere, passando dalle 212 aziende dell’edizione 2022 alle 250 del 2023, a dimostrazione di un ricco tessuto imprenditoriale che esprime una vitalità straordinaria.
La Campania è riuscita ad attrarre l’interesse degli esperti e la curiosità dei consumatori, non solo sui grandi classici regionali come Taurasi, Fiano, Falanghina e Aglianico, ma anche su piccole produzioni come quella del Piedirosso, dell’Asprinio di Aversa, del Pallagrello e della Coda di Volpe. Vini che, pur rappresentando numeri relativamente piccoli rispetto alla produzione vitivinicola nazionale, continuano a crescere in valore. Importante novità nell’edizione 2023 è stata la piazza centrale dedicata ai Consorzi dei vini della Campania – Sannio Consorzio Tutela Vini, Consorzio Tutela Vini Vesuvio, Consorzio Tutela Vini Dell’Irpinia, Vitica-Consorzio Tutela Vini Caserta, Consorzio Tutela Vini Campi Flegrei e Ischia, e Consorzio Tutela Vini Salernum Vites – che hanno deciso di radunarsi in uno spazio espositivo con un’area salotto interna, particolarmente indicata per incontri e degustazioni con buyer nazionali e internazionali.
A supporto delle attività di promozione e comunicazione dei vini campani, la Regione ha affidato uno studio a Nomisma e, in particolare, a Wine Monitor, l’osservatorio sul mercato del vino nato e pensato per supportare imprese, consorzi e istituzioni della filiera vitivinicola italiana nella comprensione delle dinamiche di mercato, sia a livello nazionale che mondiale. Nomisma ha indagato le performance di mercato, ma soprattutto ha coinvolto 1500 consumatori di vino rappresentativi della popolazione italiana (di cui 300 consumatori di vino residenti in Campania), in una survey sui comportamenti di acquisto.
I primi risultati della ricerca presentati a Vinitaly – in occasione del convegno “I vini di Campania: dati e trend” – ci parlano di una regione la cui produzione è di 535.560 ettolitri nel 2022 (40% rosso e rosato; 60% bianco); l’1% della produzione di vino italiano; mercato estero, +33% crescita a valore dei vini campani. Tuttavia un consumatore di vino italiano su due, non conosce i vini campani; il 54% degli italiani dichiara di non aver consumato vini campani negli ultimi 12 mesi perché non li riconosce, pur avendoli già acquistati e degustati. La soluzione alla scarsa notorietà fuori dai confini regionali delle piccole denominazioni territoriali attuali, potrebbe passare anche dalla creazione di una Doc regionale, come proposto dall’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, al fine di attivare sinergie collettive in materia di comunicazione e promozione all’estero.
L’assessore, inoltre, si è confrontato sul problema delle etichettature dei vini con il ministro Francesco Lollobrigida, in visita presso il padiglione Campania. Una tematica seguita anche a livello europeo e che rappresenta una vera e propria sfida per l’intero Paese, in difesa delle produzioni tipiche e della nostra cultura. Chiude il Vinitaly – tornato finalmente a pieno regime. Un’edizione 2023 che ha visto una partecipazione corale di operatori e istituzioni e che si conferma sempre più vettore del made in Italy.
Chiude la fiera a Verona ma si aprono le tappe di Vinitaly in Cina. Con il sostegno di Ice, sarà Chengdu (11 aprile) il primo appuntamento. In primo piano la masterclass di apertura con l’unico master sommelier cinese Yang LV oltre a un business forum – organizzato dalla controllata Wine to Asia – con una delle più influenti piattaforme dedicate al vino in Cina, Wine Sommelier. Si vola poi a Shenzhen, il 14 aprile, nel Padiglione Italiano della Fiera governativa di Hainan, per un tasting e la presentazione dell’Italia a Wine to Asia (11-13 maggio), insieme a Ice e a Fondazione Altagamma. A Shenzhen, manifestazione internazionale di Veronafiere, è attesa la presenza di oltre 450 espositori provenienti da 20 Paesi.
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