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Ucraina, un anno di guerra, lo speciale della «Gazzetta»: «Luce su una tragedia che non deve lasciare indifferenti»

Analisi, punti di vista e storie nel tentativo di aiutare il lettore a capire meglio uno scenario che ci riguarda ogni giorno di più

Oscar Iarussi

24 Febbraio 2023

Un abbraccio, anzi l’abbraccio. Un militare ucraino si accomiata dalla madre nello straordinario scatto del fotoreporter barese Lorenzo Turi, datato aprile 2022. Siamo nel villaggio di Ukrainka, oblast’ di Mykolaïv-Nicolaev (in omaggio a San Nicola), non lontano da Cherson invasa dall’esercito russo la mattina del 24 febbraio 2022, giusto un anno fa. Cherson sorge sulla riva destra dell’estuario del Dnepr, a una trentina di chilometri dal Mar Nero. Dopo oltre otto mesi di occupazione, il 12 novembre 2022 è stata liberata dalla controffensiva ucraina, però continua tutt’oggi a essere bombardata. I testimoni la descrivono come una città fantasma: contava circa trecentomila abitanti (più o meno quanto Bari), adesso ne saranno rimasti forse trentamila ad aggirarsi fra le rovine. Sono due “fantasmi” anche il soldato e la mamma che si stringono. Non vediamo i loro volti ed è uno dei motivi per cui abbiamo scelto questa immagine: corpi, carne, sangue, calore, pensieri, paure, sentimenti, parole sussurrate… Ma non abbiamo il diritto di violare il riserbo di persone che hanno già perso tutto. Vero è che il presidente ucraino Zelensky, da ex attore qual è, ha fatto dell’esibizione ossessiva di sé e del suo popolo un’arma mediatica importante presso l’opinione pubblica mondiale, tuttavia a chi è in guerra è concesso quel che lo “spet-tatore” non dovrebbe permettersi. Invece nel corso dell’ultimo anno abbiamo spesso peccato di impudicizia televisiva “davanti al dolore degli altri”, per dirla con un titolo della grande scrittrice Susan Sontag.

Il conflitto parrebbe a una terribile svolta, si allarga lo scenario dei nemici e altri fantasmi si sono palesati o si stagliano all’orizzonte: da un lato la determinazione statunitense che profitta dell’impotenza europea e del tramonto della terzietà dell’ONU, dall’altro il possibile ruolo della Cina “dietro” la sagoma neo-zarista di Putin. In questo “speciale” della Gazzetta proponiamo analisi, punti di vista e storie nel tentativo di aiutare il Lettore a capire meglio una tragedia che ci riguarda ogni giorno di più, a dispetto dell’indifferenza crescente. Si dice Ucraina, ma parliamo anche del Mediterraneo e quindi di casa nostra. Siamo d’accordo con i governi Draghi e Meloni: è giusto schierarsi dalla parte degli invasi e degli oppressi, è legittimo armarne la resistenza come gli alleati angloamericani armarono i partigiani italiani contro il nazifascismo. D’altro canto, è altrettanto doveroso cercare una via per la Pace, forse il sentiero nascosto che si addice alla diplomazia, fino a raggiungere quel soldato e quella madre. Fino a ritrovarne l’abbraccio, se sono ancora vivi.

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