8.574 in Turchia e 2.662 in Siria. Nuova scossa alle 14.11 (ora di Roma) di magnitudo di 5,3, con epicentro a Dogansehir, nella provincia di Malatya. Continuano incessantemente le operazioni di salvataggio
08 Febbraio 2023
Il bilancio del terremoto in Turchia e Siria supera gli 11.700 morti. I funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità stimano che le vittime potrebbero essere fino a 20.000.
I feriti sono 37.011. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan fa mea culpa sulla macchina dei soccorsi dopo che si erano levate critiche sulla lentezza nel raggiungere alcune delle aree colpite. “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile”, ha affermato Erdogan come riportano i media internazionali. “Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse – ha aggiunto mentre è in visita nei luoghi colpiti dal sisma -. Lo Stato sta facendo il suo lavoro”.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato con il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, così come avvenuto due giorni fa, informandosi delle iniziative di solidarietà che l’Italia sta mettendo in campo per i soccorsi e gli aiuti nei confronti delle popolazioni turca e siriana vittime del gravissimo terremoto che le ha colpite.
Più di 298.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa del terremoto: lo hanno riferito i media statali siriani. Il numero, riporta il Guardian, sembra essere un riferimento solo alle parti della Siria sotto il controllo del governo, non a quelle controllate da altre fazioni nel nord-ovest del Paese, che è più vicino all’epicentro del terremoto di lunedì.
Bare di metallo verde sono allineate 10 alla volta sotto una tettoia nel cimitero principale di Gaziantep, in Turchia, in attesa che un imam le benedica prima di una frettolosa sepoltura. Mentre i soccorritori sono al lavoro nella speranza di trovare ancora persone vive, il cimitero di Yesilkent trabocca di parenti in lutto giunti da tutta la regione nella città vicina all’epicentro del sisma. Il numero di vittime da seppellire è così alto che il sindaco di Gaziantep, Fatma Sahin, ha lanciato un appello affinché più predicatori musulmani si facciano avanti per aiutare con i funerali nei cimiteri.
NUOVA SCOSSA Nuova scossa in Turchia, alle 14.11 (ora di Roma, 16.11 in Turchia), questa volta con epicentro a Dogansehir, nella provincia di Malatya. Secondo quanto riportato dall’Afad, l’Autorità turca per la gestione dei disastri e delle emergenze, la scossa ha raggiunto una magnitudo di 5,3.
SALVATAGGI Un bambino di 12 anni è stato estratto vivo e portato via in barella dalle macerie di uno dei tanti palazzi distrutti dal terremoto a Nurda, vicino Gaziantep in Turchia. Il salvataggio è stato ripreso in diretta da Rai News 24. La liberazione di Khadir – questo il nome del bambino – è durata 2 ore. Il bambino è stato protetto dal corpo della madre, grazie al quale i soccorritori sono riusciti ad aprire un varco e a salvarlo dopo circa 62 ore sotto le macerie. Tra le macerie del palazzo potrebbero esserci decine di persone – è stato riferito durante la diretta – e non è chiaro se siano sentite altre voci dalle macerie. Le squadre Usar dei Vigili del Fuoco italiani hanno estratto vivo ad Antiochia un secondo ragazzo: il
giovane si trovava sotto le macerie di un palazzo di sette piani dove da questa mattina stavano operando i team. Non c’è stato
invece nulla da fare per una bambina: i Vigili del Fuoco hanno estratto il corpo privo di vita e lo hanno consegnato alle
autorità turche. Soccorritori israeliani e locali hanno estratto con successo dalle macerie di un edificio crollato una ragazza di 15 anni. Lo riportano i media israeliani secondo cui la ragazza è stata poi trasferita in ospedale per le cure. Con quella di oggi salgono a 5 le persone estratte dalle macerie dei palazzi dai soccorritori israeliani nel sud est della Turchia. Entro poche ore dovrebbe essere pronto l’ospedale da campo allestito da Israele nell’ambito dell’operazione di soccorso «Rami di ulivo». La missione del ministero degli esteri israeliano è diretta dall’ex ambasciatore in Romania David Saranga che in un briefing su zoom con i giornalisti ha descritto la situazione sul posto «molto difficile», aggravata dalle temperature rigide e da un forte vento.