Roma, 11 feb – Mentre il bilancio del violentissimo terremoto, abbattutosi su Siria e Turchia, ha raggiunto ormai le oltre 24.000 vittime, finalmente arrivano in Siria i primi aiuti internazionali. Dopo la momentanea revoca dell’embargo statunitense a Damasco, è giunta in queste ore ad Aleppo una delegazione di alti funzionari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Direttore Generale dell’OMS, il Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato che l’Organizzazione fornirà il supporto necessario alla Siria, comprese attrezzature e dispositivi medici per far fronte ai bisogni di base delle persone colpite dal sisma. “Abbiamo portato tra le 35 e le 37 tonnellate di materiale medico e sanitario – dichiara l’alto funzionario dall’aereoporto di Aleppo – inclusi antibiotici e attrezzature biomediche per condurre piccole operazioni negli ospedali”. Questa spedizione targata OMS consentirà agli operatori sanitari di per fornire finalmente parte dei servizi sanitari richiesti dalle migliaia di feriti vittime del terremoto.
Dopo il dietrofront Usa sulle sanzioni, l’OMS sbarca ad Aleppo
Oltre al veivolo odierno, un altro aereo dell’OMS arriverà in Siria nei prossimi due giorni carico di 30 tonnellate di materiale medico necessario per piccoli interventi chirurgici. Il ministro siriano della Sanità, Dr. Hassan al-Ghabbash, ha accolto la visita dell’OMS ad Aleppo descrivendone la grande importanza affinchè, anche e soprattutto il mondo occidentale, si renda conto dei danni causati dal terremoto e la e la mancanza di attrezzature mediche e medicinali, accentuata ancor di più dalle sanzioni dell’Occidente.
Aiuti internazionali da tutto il Medio Oriente
Oltre ad accogliere l’OMS, però, il ministro della Sanità siriano al-Ghabbash ha ricevuto una delegazione giordana che ha portato in Siria diversi mezzi di soccorso attraverso il valico di frontiera di Nasib a Daraa. I veicoli donati dalla Giordania si sono immediatamente uniti alla flotta di ambulanze siriane del sistema di emergenza, per proseguire subito con i soccorsi nelle province colpite dal sisma. Ma negli aeroporti di Aleppo, Lattakia e Damasco, in questi giorni sono già 55 gli aerei atterrati con importanti carichi di aiuti umanitari. Fatta eccezione per l’aereo dell’OMS e uno dell’Unicef, però, gli altri velivoli hanno volato fino in Siria da Paesi arabi, nordafricani e orientali.
Aiuti da Emirati, Iraq e Bangladesh
Tre aerei degli Emirati hanno scaricato all’aeroporto di Damasco centinaia di tonnellate di generi alimentari e aiuti umanitari per aiutare le persone colpite dal terremoto. Il governo di Bashar al Assad, ha espresso grande gratitudine, confermando che gli aiuti saranno spediti immediatamente alle province colpite dal sisma, e ha ringraziato per la solidarietà dei paesi arabi nei confronti della Siria in questo calvario. Ma all’aeroporto di Damasco è atterrato anche un aereo, carico di 10 tonnellate di generi alimentari, tende, coperte e medicinali, volato fino in Siria dalla Repubblica del Bangladesh. Anche il vicino Iraq ha portato in Siria la sua solidarietà. “La Siria è il nostro secondo paese, ed è la nostra profondità storica, culturale, geografica e di sicurezza”, ha dichiarato il deputato iracheno, Saud al-Saadi.
Aiuti da Algeria e Libia
Anche l’Algeria, in un comunicato stampa emesso dal governo, ha annunciato che finanzierà la Siria con 15 milioni di dollari, nell’ambito dell’assistenza che fornisce al “fraterno popolo siriano, in solidarietà con esso, a seguito del devastante terremoto”. Carichi di aiuti sono giunti in Siria in queste ore anche da altri Paesi nordafricani come la Tunisia. All’aeroporto di Lattakia è atterrato intanto il terzo aereo carico di materiali di soccorso per le popolazioni colpite dal terremoto, proveniente dalla Libia. Nonostante il popolo libico sta affrontando una grave e lunga crisi economica e politica, infatti, le istituzioni si sono immediatamente attivate nell’invio di aiuti umanitari per il Paese vecchio amico di Gheddafi.
La solidarietà russa e le dure critiche dell’Ossezia del sud contro le sanzioni occidentali
Non poteva però ancare all’appello anche la Russia di Vladimir Putin; ieri, sempre all’aeroporto internazionale di Lattakia, un volo di soccorso fornito dal Ministero per le situazioni di emergenza della Federazione Russa ha scaricato diverse tonnellate di aiuti destinati alle popolazioni colpite dal terremoto. I russi fanno sapere che questo non è ne il primo aereo a portare generi di soccorso in Siria, ne sarà l’ultimo, e che Mosca continuerà a sostenere gli amici siriani in questa terribile tragedia. Alan Gagloev, presidente della Repubblica dell’Ossezia del Sud, ha espresso la solidarietà del suo Paese alla Siria, denunciando senza mezzi termini la disumana politica di discriminazione seguita dai paesi occidentali nei suoi rapporti con il vittime di questo disastro naturale. “i Paesi occidentali impongono un altro terremoto al popolo siriano chiamato sanzioni economiche illegali – ha detto Gagloev in visita a Damasco – che sono misure coercitive unilaterali che riflettono la discriminazione immorale occidentale nei confronti della sofferenza umana dei siriani, a seguito della guerra terroristica condotta dagli stessi Paesi contro la Siria .
L’Iran sprona l’Onu per aiutare la Siria
Già autore di diversi carichi di aiuti umanitari, nei giorni scorsi il governo di Teheran ha spronato le Nazioni Unite affichè intervengano quanto prima in aiuto alla popolazione siriana. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian, ha sottolineato la necessità di aumentare gli aiuti internazionali alle popolazioni delle aree terremotate in Siria e Turchia. A loro volta, le Nazioni Unite hanno risposto all’Iran che useranno tutte le proprie capacità per aiutare le vittime del terremoto, anche in Siria, specificando però che “consideriamo aiutare il popolo siriano come una questione puramente umanitaria”, ha affermato Guterres. La precisazione è un chiaro riferimento politico contro il legittimo governo di Bashar al Assad, puntualmente bersagliato dalle potenze che presiedono le Nazioni Unite.
L’Europa ancora mantiene l’e sanzioni contro il popolo siriano
L’Unione Europea ha affermato di voler inviare 3,5 milioni di euro alla Siria per fronteggiare la crisi del terremoto. Come abbiamo visto poc’anzi, però, la sola Algeria ha promesso al Paese distrutto ben 15 milioni di dollari, il che dovrebbe far vergognare i ricchi damerini di Bruxelles.Per quanto i media italiani non ce ne parlino, l’Unione Europea si trova però al centro di aspre critiche a causa dell’impossibilità di molte associazioni e Stati di inviare aiuti in Siria. Ancora una volta ciò accade a causa delle sanzioni imposte oltre un decennio fa a Damasco. La risposta di Bruxelles alle critiche continua a rimanere la stessa: “se i primi soccorsi europei sono andati in Turchia ma non in Siria è perché Damasco non li ha chiesti formalmente”. Chi come noi de il Primato Nazionale segue però attentamente le agenzie di stampa arabe, sa benissimo che in realtà la Siria ha lanciato il suo appello di aiuto all’intera comunità internazionale, e specificatamente alla vicina Europa, fin dal primo giorno dell’emergenza. Oggi, l’Ue ha smentito “categoricamente” anche l’accusa secondo cui le sanzioni possano avere un impatto sugli aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto. Per il commissario Ue per la gestione delle crisi Janez Lenarcic, “queste sanzioni, non dimentichiamolo, sono state imposte dal 2011 in risposta alla violenta repressione del regime siriano e l’impiego di armi chimiche”. L’Ue ancora una volta corre dunque ai ripari giocandosi la vecchia e noiosa carta della dittatura e delle armi chimiche, già smentita storicamente in altri contesti mediorientali che con l’appoggio europeo causò migliaia e migliaia di morti sotto i bombardamenti (vedi Iraq).
Ma c’è un’Italia che aiuta la Siria
Con la politica europea e, purtroppo, anche quella italiana, che rimangono impantanate nelle sanzioni e nelle proprie gabbie ideologiche anti-siriane, fortunatamente però vi sono molte associazioni che in queste ore stanno raccogliendo fondi e medicinali in aiuto agli amici siriani. Tra queste, riportiamo ancora una volta la comunità siriana italiana che, in stretta collaborazione con il Fronte europeo per la Siria e i volontari di Sol.Id Onlus, ha dato il via a una grande raccolta fondi per intervenire direttamente nelle zone colpite dal sisma. Per contribuire attivamente alla raccolta fondi in favore delle vittime del devastante terremoto al confine turco siriano è facilissimo: si può effettuare un bonifico tradizionale tramite i servizi bancari o di home banking a IBAN IT-37-H-07601-03200-001016097071 (conto intestato a Ass. Vol. Sol.Id. Onlus).
Andrea Bonazza
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