Roma, 14 feb – Reale svolta green o eco-pagliacciata? Il dibattito è aperto e nei prossimi anni si farà sempre più serrato. Sta di fatto che in Italia sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. Il Parlamento Ue ha infatti dato il via libera definitivo all’accordo raggiunto lo scorso dicembre sullo stop alla vendita di veicoli a benzina e diesel dal 2035, ovvero ai mezzi a motore termico considerati più inquinanti. Il semaforo verde è arrivato oggi e rientra nel pacchetto europeo sul clima “Fit for 55”. Approvazione con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti.
Cosa prevede l’accordo Ue
Nello stesso accordo si prevede anche il raggiungimento di obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 (55% per le auto e 50% per i furgoni), oltre a una nuova metodologia per la valutazione delle emissioni di Co2 durante l’intero ciclo di vita di un veicolo. La novità più rilevante riguarda comunque lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel in tutti i Paesi dell’Unione europea. Dovranno essere sostituite con alternative a zero emissioni, tra cui l’auto elettrica sarà senza dubbio il veicolo più gettonato. Come detto però si prevedono anche nuovi standard di emissione per i mezzi pesanti, tra i quali autobus e camioni. Stando al testo presentato, i mezzi pesanti nuovi dovranno ridurre le emissioni di CO2 in modo progressivo, per arrivare al 90% nel 2040.
Favorevoli e contrari
Per l’Italia hanno votato contro il provvedimento Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Il nuovo regolamento è comunque passato grazie ai voti favorevoli di Sd (socialisti e democratici), Verdi, Sinistre varie, e alcuni eurodeputati del Ppe. A favore, neanche a dirlo, anche il Movimento 5 Stelle.
“La sinistra e i suoi complici danno il via libera a un provvedimento ideologico che non solo non porterà alcun beneficio concreto per la tutela dell’ambiente, con grandi inquinatori come Cina e India che continuano ad agire indisturbati, ma che non tiene minimamente conto della situazione reale, con costi sociali ed economici pesantissimi per l’Europa e 13 milioni di posti di lavoro a rischio, di cui 120mila solo in Italia”, tuonano gli eurodeputati della Lega Marco Campomenosi e Silvia Sardone.
Stop auto benzina e diesel, perché è una mazzata per i lavoratori italiani
Come ben spiegato da Filippo Burla su questo giornale, mettere al bando i veicoli benzina e diesel è per l’Italia una mazzata. “Rispetto alle auto a benzina e diesel quelle elettriche richiedono molta meno manodopera e una quantità sensibilmente inferiore di componenti. A sparire saranno intere filiere e l’Italia rischia di pagare un prezzo salatissimo”, spiegava Burla. “Perché è vero che il nostro comparto delle quattro ruote rassomiglia sempre più ad un ricordo del passato, ma è altrettanto vero che esistono ancora – specie al nord – catene del valore ben inserite all’interno della catena di fornitura dell’industria straniera, tedesca in particolare”.
Rischiamo poi di perdere decine di migliaia di posti di lavoro. “A fare i conti ci ha pensato Anfia, l’associazione che riunisce le industrie del settore, in una recente assemblea pubblica. Secondo l’analisi, l’ostinazione ‘ad abbracciare una sola tecnologia, ad oggi di totale dominio asiatico’ comporterà ‘la perdita di circa 73.000 posti di lavoro’, a fronte dei quali ne saranno creati solo 6mila nell’ambito della mobilità elettrica. Il saldo è di quasi 70mila posizioni lavorative in meno”.
La Redazione
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