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Santeramo, continua il giallo di Michelle: indagini serrate

Il corpo carbonizzato: il marito, denunciato dalla moglie per maltrattamenti, è stato ascoltato dai carabinieri

Isabella Maselli

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Isabella Maselli

25 Marzo 2023

BARI – Ha ripercorso minuto per minuto la sua giornata, tra impegni di lavoro e spostamenti, confermando che il pomeriggio del 9 febbraio scorso, quando il corpo di sua moglie è stato trovato trafitto da una lama e carbonizzato nella campagne di Santeramo in Colle, lui era altrove. Vito Passalacqua, il marito della 55enne Michele Baldassarre (i due si stavano separando e la donna lo aveva anche denunciato per maltrattamenti) è stato sentito nei giorni scorsi dai carabinieri. È stato convocato come persona informata sui fatti nell’ambito dell’indagine sulla morte della 55enne, per la quale il pm Baldo Pisani ipotizza l’istigazione al suicidio a carico di ignoti.

L’uomo, quando il corpo senza vita della moglie è stato ritrovato a ridosso di un muretto a secco in un terreno alla periferia della cittadina murgiana, si trovava agli arresti domiciliari proprio per le presunte percosse di cui la donna lo accusava (il processo inizierà il 5 aprile).

Durante il giorno, però, poteva e può (è tuttora sottoposto a misura cautelare) lasciare l’abitazione per otto ore per andare a lavorare. La sua casa era già stata perquisita all’indomani del ritrovamento del corpo, a quanto pare con esito negativo. Nei giorni scorsi Passalacqua ha riferito ai carabinieri come ha trascorso quella giornata, ribadendo il suo alibi (anche se al momento non lo si accusa del decesso della moglie).

Intanto la Procura continua a raccogliere elementi utili a ricostruire le ultime ore di vita della donna. Il contesto è quello di una moglie presunta vittima di maltrattamenti da parte del marito dal quale si stava separando e finita per alcune settimane in una casa protetta gestita da un centro antiviolenza (subito prima di Natale per circa quaranta giorni). Una volta tornata a Santeramo la tragica fine sulla quale i dubbi sono ancora tanti.

L’analisi dei video delle telecamere di sorveglianza di alcuni determinati luoghi della città, i tabulati e il contenuto del suo telefono potrebbero chiarire alcuni aspetti, a partire dal messaggio che il pomeriggio del ritrovamento del suo corpo è stato inviato dal cellulare della vittima a quello di una figlia con l’indicazione della posizione: proprio il luogo dove è stato poi trovato il cadavere.

Alcune determinanti risposte arriveranno dall’autopsia, eseguita dal medico legale Francesco Vinci con il tossicologo Roberto Gagliano Candela, il cui esito ancora non si conosce. I dati al momento certi sono la lama infilzata nel torace e le tracce di monossido di carbonio trovate nella trachea che dimostrerebbero che era ancora viva mentre le fiamme bruciavano. L’ipotesi al momento ritenuta più verosimile, sulla base dei risultati degli accertamenti di queste prime settimane, è sempre quella del gesto volontario. Suicidio che – ritiene tuttavia la Procura di Bari – potrebbe essere stato indotto da qualcuno.

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