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Runner ucciso da un orso nel Trentino, la famiglia vuole denunciare la Provincia

Intanto gli animalisti si mobilitano contro gli abbattimenti. Legambiente si appella al governo. Fugatti: «Ridurre il numero degli animali. Non importa come»

Redazione online

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08 Aprile 2023

TRENTO – Dopo la conferma che a causare la morte del runner Andrea Papi, sia stato un orso nei boschi sopra Caldes, la famiglia del giovane si è rivolta a due legali. Sul tavolo la possibilità di fare causa alla Provincia di Trento e allo Stato.

«Con i familiari discuteremo di un possibile risarcimento e si farà una valutazione in merito a eventuali responsabilità – dice l’avvocato Marcello Paiar, incaricato della questione assieme alla collega Maura Cravotto – se ci sono i presupposti procederemo, ma aspetteremo di capire cosa emerge dalle indagini condotte dalla Procura».

Intanto, il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha ribadito la volontà di un drastico ridimensionamento del progetto Life Ursus, definendo il progetto nato nel 1996 per tutelare la popolazione dell’orso bruno sul Brenta «sproporzionato rispetto all’impostazione originaria». «Dobbiamo riportare la popolazione a circa 50 unità. Non importa come», ha detto Fugatti.

Attualmente, in Trentino si contano all’incirca un centinaio di esemplari, su un’area di circa 1.500 chilometri quadrati. Tra il 1999 e il 2002, dopo un primo studio di fattibilità, con una consultazione delle popolazioni interessate, sono stati introdotti dieci esemplari arrivati dalla Slovenia. Dal 2014 sono avvenute sette aggressioni ai danni di escursionisti.

Secondo Alberto Stoffella, ex guardia forestale della Provincia, l’abbattimento non è un tabù, ma evitando di «intervenire in modo sbagliato, prelevando gli esemplari più tranquilli e lasciando in vita quelli più aggressivi».

Le associazioni animaliste, invece, denunciano mancanze nella gestione dei grandi carnivori, e chiedono di avviare dei confronti per evitare una «caccia alle streghe». Legambiente ha auspicato la convocazione di un tavolo di confronto ministeriale, mentre l’Enpa ha fatto sapere di seguire la vicenda con il proprio ufficio legale. Oipa, parla di «un’amministrazione mossa da spirito di vendetta».

Sui social la posizione dell’esecutivo trentino ha suscitato la reazione indignata di migliaia di amanti degli animali, con messaggi che vanno dallo stupore all’aperto dissenso nei confronti dell’ordinanza di abbattimento già firmata.

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