Roma, 15 feb — Tito è stato il boia comunista degli italiani. Per ordine suo vennero infoibati decine di migliaia di nostri connazionali, mentre gli esuli ammontano a 350mila. Eppure nella sezione onorificenze del sito del Quirinale, ad oggi campeggia in bella vista il nome del maresciallo Broz Tito Josip a cui venne concesso il titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica italiana: il più alto che lo Stato italiano possa concedere.
FdI chiede la revoca dell’onorificenza a Tito
Per cancellare questa vergogna intollerabile Fratelli d’Italia richiede la revoca dell’onorificenza del dittatore jugoslavo morto nel maggio del 1980. È quanto contenuto in una proposta di legge i cui primi firmatari sono Walter Rizzetto, il capogruppo Tommaso Foti e la deputata triestina Nicole Matteoni. Se approvato, il testo di FdI prevede la possibilità di revoca del titolo a chiunque sia colpevole di crimini contro l’umanità, compresi i defunti come il maresciallo Tito. Attualmente, infatti, la legge istitutiva dell’ordine dei Cavalieri della Repubblica non prevede la cancellazione dell’onorificenza a persone decedute. Copn l’approvazione del progetto di legge sarà possibile modificare il passaggio affinché venga tolto il titolo al boia jugoslavo, le cui mani sono macchiate del sangue degli italiani.
Nessun titolo al boia degli italiani
Walter Rizzetto sottolinea l’importanza di annullare il «titolo onorifico più elevato della Repubblica italiana che fu attribuito al maresciallo Tito nel 1970. Per decenni sono stati celati, ed esclusi dalla narrazione storica e pubblica, i fatti legati a coloro che persero la vita nelle foibe». Ora che la verità storica della tragedia delle Foibe e dell’esodo istriano-giuliano-dalmata è stata ristabilita ed è sotto gli occhi di tutti, non è più tollerabile che quell’onorificenza resti appuntata sul petto di chi ordinò eccidi, stragi e torture sulla pelle degli italiani.
E’ inoltre paradossale «che la legge istitutiva dell’Ordine dei Cavalieri della Repubblica preveda che non si possa annullare l’onorificenza a persone nel frattempo decedute. Da qui l’iniziativa di Fratelli d’Italia di modifica della legge per poter poi revocare il titolo di Cavaliere al sanguinario dittatore comunista jugoslavo».
Decenni di silenzio
L’onorificenza venne concessa a Tito nel 1970, un periodo in cui la tragedia delle Foibe e i massacri operati dai partigiani titini e dalla polizia segreta Ozna nel nome della «giustizia del popolo» erano banditi da ogni dibattito e occultati da un omertoso strato di silenzio, che perdurò per decenni. «Oggi che però la verità storica è stata ristabilita — conclude Rizzetto — è assurdo che la Repubblica italiana, da un lato, riconosca il dramma delle foibe e celebri la memoria delle sue vittime e, dall’altro, annoveri tra i suoi più illustri insigniti proprio chi ordinò la pulizia etnica degli italiani in Istria e nell’Adriatico orientale».
Cristina Gauri
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