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Rachele Silvestri, la deputata di FdI costretta al test di paternità per il figlio: “Voci dicevano che era di un collega di partito” – Il Riformista

La storia in una lettera al Corriere

Fabio Calcagni — 5 Aprile 2023

Rachele Silvestri, la deputata di FdI costretta al test di paternità per il figlio: “Voci dicevano che era di un collega di partito”

Costretta a fare un test di paternità del figlio, di soli tre mesi, per mettere a tacere le orribili voci e chiacchiere su una relazione con un esponente di grido del suo stesso partito, Fratelli d’Italia, per di più sposato. È l’incredibile storia raccontata in una lettera al Corriere della Sera dalla deputata Rachele Silvestri, esponente del partito della premier Giorgia Meloni.

Ho scelto di rendere pubblica questa storia per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno“, precisa Silvestri, di fatto “costretta a fare il test”. Perché dunque l’ha fatto e soprattutto ne ha scritto al Corriere, volendo dunque rendere la notizia pubblica? “Se la fantasia (o la curiosità) vi sta portando chissà dove, leggete, e poi, mi auguro, vi indignerete insieme a me. Perché, delle volte, la becera realtà arriva a superare anche la più fervida fantasia. Devo partire dal lontano 2018, quando sono stata eletta parlamentare tra le fila del Movimento 5 Stelle“, scrive Silvestri, che quindi fa un passo indietro e racconta la ‘genesi’ di una vicenda agghiacciante.

Circa un mese fa, una persona amica mi racconta che gira la voce che il mio bambino non sarebbe figlio del mio compagno, ma di un politico molto influente di Fratelli d’Italia, a sua volta sposato. Mio figlio sarebbe, quindi, nato da una relazione clandestina, grazie alla quale io avrei anche ottenuto la mia candidatura – scrive Silvestri nella lettera – Riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita? Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l’umiliazione. Mi chiedo: ma in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpestato, abusato?“, chiede la deputa 36enne, eletta nel 2018 con il Movimento 5 Stelle e poi lasciato dopo un paio di anni trascorsi nel gruppo pentastellato e poi nel Misto.

Nel 2021 Silvestri aderisce al partito di Giorgia Meloni, che l’ha ricandidata alle scorse elezioni di settembre 2022. Come ricostruisce lei stessa nella lettera: “Nel 2019 sono uscita dal Movimento e, dopo un periodo nel gruppo Misto, ho aderito a Fratelli d’Italia. È stata una scelta di cuore e di ragione, perché col partito di Giorgia Meloni condividevo da tempo le idee e il coraggio“, ricorda la deputata.

Quindi le voci sul figlio, frutto di una relazione con un ‘big’ del partito e dunque di fatto “oggetto” della sua ricandidatura dopo un anno trascorso tra le fila del partito dell’attuale presidente del Consiglio. “Mi chiedo: ma in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpestato, abusato? Quante volte il dono della procreazione può essere strumentalizzato e degradato? In nome di cosa è giustificabile la violenza su un bambino appena nato? Non so chi sia stato. Molti, però, hanno scelto di condividere una evidente calunnia, di telefono in telefono, di chat in chat, rendendosi complici di questo schifo. E anche chi sa ma ha deciso di non parlare lo è – continua la deputata di Fratelli d’Italia – Alla fine la presunta notizia è uscita su qualche organo d’informazione e molti giornalisti mi hanno telefonato chiedendo un commento. L’unica cosa che so è che, chi si è inventato questa storia, è un uomo, probabilmente un politico. Qualcuno dice che la calunnia sia stata pensata per attaccare alcune figure del mio partito, magari per insinuare un degrado da basso impero. Altri mi dicono che sia nato da cacicchi in cerca di gloria. Qualunque sia la ragione, mi fa orrore. E penso che qualsiasi persona dotata di buonsenso, ispirata a un ethos sociale condiviso, a un’umanità viva e solidale la pensi allo stesso modo. La politica in questa vicenda non c’entra nulla. Perché se non condividiamo i principi fondamentali di una civile convivenza, che va oltre le legittime convinzioni politiche, non c’è alcuna speranza per la nostra società“.

Da qui la scelta di rendere pubblica la storia “per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno. Il mio augurio è che nessuno sia indulgente con l’autore della calunnia e con chi contribuisce a diffonderla: non siate neutri, abbiate il coraggio di spezzare la catena dell’indifferenza”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.

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