La corsa verso la segreteria dem
Aldo Torchiaro — 21 Febbraio 2023
I numeri indicano che la comunità dem, forte di 151.530 militanti che hanno preso parte al voto nei circoli, c’è. Il voto ai quattro candidati vede prevalere Stefano Bonaccini (52,87%) su Elly Schlein (34,88%) mentre Gianni Cuperlo (7,96%) e Paola De Micheli (4,29%) si fermano qui, per effetto del regolamento di questo congresso. La commissione nazionale per il congresso del Pd ha reso noti ieri i dati definitivi di chi ha votato tra il 3 e il 19 febbraio.
In termini assoluti al governatore dell’Emilia-Romagna sono andati poco meno di 80.000 voti, mentre Schlein ne ha ricevuti 52.637. “Centocinquantamila persone, iscritte al Pd, sono venute a votare e hanno selezionato Bonaccini-Schlein in vista delle Primarie del Pd di domenica. Un risultato straordinario di partecipazione politica, unico in Italia. A domenica”, è stato il commento di Enrico Letta, alla sua ultima settimana al Nazareno. Una giornata scandita da schermaglie dirette soprattutto dagli inseguitori verso il gruppo di Bonaccini. Apre le ostilità il coordinatore politico della mozione Schlein, Francesco Boccia, intervistato da Radio Immagina – emittente ufficiale del Pd – che punta sul jobs act: “Ci sono due linee politiche alternative, entrambe con una importante residenza nella nostra comunità. Elly pone al centro la lotta alle disuguaglianze e dice che” serve “il superamento del jobs act, che è stato un errore. Elly era in piazza con la Cgil quando gran parte del gruppo dirigente votò il jobs act e oggi gran parte del gruppo dirigente è legittimamente attorno a Bonaccini”.
“Parole ostili, che dispiacciono”, le epiteta subito la senatrice Sandra Zampa. Le fa eco Pina Picierno, in tandem con Bonaccini come sua vice, che rincara la dose e si rivolge direttamente alla sfidante: “Faccio appello a Elly Schlein: si eviti di rendere ridicolo il dibattito intorno alle primarie. La nostra è una festa di democrazia ed è un segnale di un partito vivo che si confronta per crescere. I tentativi di attaccare strumentalmente la mozione Bonaccini sono sbagliati: l’ultima sortita di Francesco Boccia sul jobs act e il tentativo di affermare che coloro che votarono a favore sono tutti da una sola parte è davvero maldestra”, dice Picierno. Che argomenta elencando chi, oggi dalla parte di Schlein, aveva sostenuto la controversa misura renziana sul lavoro: “Tutti sanno che da Andrea Orlando, a Chiara Gribaudo, fino a Chiara Braga, Roberto Morassut e al responsabile del programma della mozione Schlein, Antonio Misiani, passando per Nico Stumpo fino al segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza, tutti, compattamente, votarono a favore del provvedimento. Faccio appello ad Elly Schlein – conclude Picierno – che dimostra più equilibrio di alcuni dei suoi sostenitori, riporti la discussione nei toni corretti. L’avversario è sempre la destra, non i compagni di partito”.
Non rientra nella rosa da votare ai gazebo ma si dice “molto contenta di esserci stata, mi sarebbe dispiaciuto più non esserci”, la deputata Paola De Micheli. “Continueremo a dare il contributo di innovazione che abbiamo provato a dare durante il congresso. Lo rifarei, non subito, ma lo rifarei”, aggiunge. Quanto al sostegno verso l’uno o l’altra, De Micheli e Cuperlo aspettano a sciogliere la riserva. “Adesso sentirò chi mi ha sostenuto sui territori e nelle prossime 24-48 ore deciderò”, risponde De Micheli. Gianni Cuperlo riunisce stasera in videocall i suoi sostenitori per una grande assemblea da remoto in cui decidere chi sostenere.
Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.
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