Roma, 21 feb — Dura vita per gli utenti e le “creatrici di contenuti” di OnlyFans, ora ci si mette anche l’intelligenza artificiale! Ebbene sì, voi che siete rimasti a ChatGpt e che siete terrorizzati dalla presa di potere da parte di Skynet, non avrete sicuramente considerato le vere potenzialità che la tecnologia potrebbe offrirci.
Ma andiamo per gradi: l’avanzamento delle innovazioni è un tema che tiene banco, creando divisione tra gli entusiasti e gli scettici, i sognatori e i paranoidi. Uno dei terreni di scontro più infuocato riguarda il lavoro, ambito in cui si teme che siano proprio le intelligenze artificiali a sostituire l’uomo, il quale, per ovvi limiti biologici, non potrebbe competere con le macchine, più che altro in termini di mera produttività. E non si tratta solo di lavoro “tradizionale”, il processo pare anche coinvolgere OnlyFans, le content creator sono già nel panico!
Onlyfans 2.0: content creator al bivio
Le content creator? Come chi sono? Content creator è il termine politicamente corretto assegnato alle ragazze (ma anche ai maschietti) che gestiscono un account OnlyFans. Il rapido avanzamento tecnologico comincia ad essere una preoccupazione per gli iscritti alla piattaforma, soprattutto in considerazione del fatto che entro il 2025 più della metà dei creator potrebbe essere generata dall’intelligenza artificiale. C’è da dire che, al momento, la piattaforma OnlyFans rimane l’unica, sul panorama mondiale, ad attuare un rigido controllo, tramite algoritmo, delle identità degli utenti.
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La parola alle creator
River Page e Brandon Gorrell, autori di Pirate Wires, una newsletter di Substack con grande seguito, hanno pensato di approfondire la questione, intervistando direttamente alcuni content creator, le loro risposte potrebbero sorprendervi. La prima è Avalon, che si dice ottimista sulle possibilità che l’intelligenza artificiale potrebbe offrire: “Le persone reali che usano l’intelligenza artificiale a loro somiglianza per creare contenuti potrebbero godere di un incredibile punto di svolta, consentendo loro di lavorare nascondendo ferite, gravidanza o persino vecchiaia. Oppure possono assumere dipendenti per creare e caricare nuovi contenuti per conto loro se hanno bisogno di prendersi una pausa.”
Capito? E’ più o meno il concetto espresso da Elon Musk: l’ibridazione con la tecnologia non consente di stare al passo con le macchine ma di produrre quanto le macchine. Ecco dove casca l’asino. La tecnologia non è un male in sé ma, come sappiamo, non è neutra e, per ora, si declina in base a chi la controlla e la cosa assume i contorni farseschi quando sono gli stessi creator ad essere convinti di avere a disposizione nuove opportunità di business.
Page e Gorrell non vogliono farsi mancare proprio nulla e raccolgono anche la testimonianza di Rogan, un attore porno gay, il quale sostiene che l’intrusione dell’AI nel mondo del porno sia inevitabile e che il pubblico, soprattutto più giovane, ne approfitterà volentieri: “Le generazioni più giovani, le cui opzioni porno hanno incluso VR, animazioni virtuali e giochi […], si adegueranno velocemente e il porno completamente sintetico sarà normale.” VioletDoll, invece, si dice disgustata dal fatto che, in futuro, gli uomini si masturberanno su quello che altri maschi hanno creato, tramite l’AI, al posto loro.
It’s the economy, stupid!
Qualora gli utenti, i cosiddetti fan, si troveranno più a loro agio a interagire con intelligenze e creazioni digitali, allora si virerà in questa direzione, con buona pace delle sex worker: It’s the economy stupid! Un vero e proprio cortocircuito digitale in cui reale e virtuale si fondono e l’essere umano è sempre più antiquato. D’altronde OnlyFans “è un lavoro come un altro!”, giusto?
Valerio Savioli
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