Roma, 6 apr – Giove chiama Italia e il Paese risponde. Così sembra troppo sintetica, forse, ma riassume bene la questione. Almeno se si parla della missione Juice, ovvero la sonda che verrà inviata sulle lune ghiacciate del pianeta a breve.
Sonda su Giove, il contributo dell’Italia
La missione è ovviamente targata Esa, ovvero European Space Agency. Ma il contributo italiano, in termini tecnologici, non è irrilevante. Anzi. La camera e lo spettrometro della sonda sono stati infatti sviluppati in Italia, all’Istituto Nazionale di Astrofisica. L’Ixpe, lanciata nel dicembre 2021 dalla Nasa e dall’Agenzia spaziale italiana, si dedica allo studio dell’universo tramite i raggi X. La tecnologia è tutta made in Italy. Il responsabile scientifico, Paolo Soffitta, ne parla così: “Il contributo italiano è fondamentale, è un’attività estremamente importante, perché, essendo questa missione su Discovery, non ci sono sorgenti di calibrazione in cielo e dobbiamo fare riferimento alle nostre calibrazione a terra e al sistema di calibrazione di bordo che abbiamo sviluppato”. Poi il ricercatore Iaps Fabio aggiunge che si tratta di “rilevatori molto artigianali, non da industria perché sono pezzi sostanzialmente unici”. Inoltre, “Ixpe è il primo strumento sensibile a una radiazione ad alta energia prima non misurata, quindi è un lavoro innovativo. In altri casi si fanno strutture molto più grandi, gli acceleratori di sincrotrone, qui abbiamo lavorato in casa perché i tempi e le necessità molto specifiche del progetto richiedevano molta flessibilità, che è stato fondamentale per rispettare i tempi che ci erano stati imposti dalla Nasa e dall’Agenzia Spaziale Italiana”.
Obiettivo: realizzare camere e rilevazioni sempre migliori
La ricerca delle tecnologie migliori di rilevazione è l’obiettivo principale. Lo stesso Soffitta lo rimarca, sottolineando come esse andranno sviluppate per venire incontro alle esigenze della Nasa, ma anche dell’Asi. Sbaglia chi pensa che lo spazio sia fine a sé stesso, dal momento che – ad esempio – la tecnologia a raggi X ha trovato negli anni un impiego importante anche in campo medico. Comunque, tra gli obiettivi italiani non c’è solo Giove. Anche su Mercurio, infatti, l’Italia è in prima linea, dopo la missione avviata in collaborazione con il Giappone nel 2018 denominata BepiColombo. Elisabetta De Angelis spiega che il nostro Paese sia “molto coinvolto”, già con la sonda che dovrebbe arrivare nell’orbita del pianeta nel 2025. Poi ha aggiunto: “Solo in questo strumento ci sono almeno tre strumenti di responsabilità italiana: le camere che guardano la superficie del pianeta, l’accelerometro che misura gli effetti gravitazionali e il misuratore di particelle”.
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