Arriva la risposta della Federazione MIGEP: “l’OSS merita il Registro Nazionale Obbligatorio e lo avrà nonostante la Coordinatrice Infermieristica Eva non lo voglia”.
Egregio Direttore, Egregia sig.ra Eva,
le scriviamo come Stati Generali della Professione OSS, rimaniamo sconcertati che una coordinatrice che faccia botta e risposta su temi privi di qualsiasi teorema sulle affermazioni poste da alcuni OSS in articoli pubblicati in Assocarnews.it. Abbiamo voluto stavolta scriverle.
Vorremmo informarla che il Migep unica federazione delle professioni sanitarie e socio sanitarie che rappresenta l’OSS esiste da ben 21 anni, ed è l’unica, essendo la maggiormente rappresentativa nonché storicamente attiva ed impegnata a livello Nazionale e Regionale di categoria, e per sua informazione è vero che esiste in un contesto ampio e profondamente radicato di associazioni OSS, molti dei quali è solo rimasto il nome sui canali di Google, rilevando una crescita delle aggregazioni virtuali sui social network, migliaia di gruppi Facebook che collegano tanti OSS, con interazioni di contenuti vuoti con un patrimonio di conoscenze Zero. Queste associazioni non sono radicate in tutte le regioni, forse rappresentano solo loro stessi.
L’elenco regionale che lei cita e un elenco regionale che nella realtà cosi come vene formulate sono una “favola” e serve a poco, talvolta spacciato per “albo ” da queste associazioni/movimenti OSS; ma il risultato di questo elenco regionale tanto decantata tratta per l’appunto di un mero censimento, hanno funzione meramente ricognitiva, quale banca dati. Attenzione!!!!, serve a poco e non determina un albo, non da valorizzazione, né tantomeno una riqualifica e che ha regolamentazione ben precisa e differente, e di pubblica consultazione con l’iscrizione su base volontaria, ed è esclusivamente ricognitiva, inoltre, non costituisce requisito per l’esercizio dell’attività,” pertanto non è un meccanismo che da la possibilità di trovare lavoro, e nemmeno la possibilità di istituire albo professionale dell’OSS, né tanto meno interagisce nei concorsi, e non da nessuna crescita professionale, e non necessita iscriversi all’associazione promotrice per accedere all’elenco regionale.
Inoltre, vorrei ricordarLe visto che ha citato la legge 3/18, che l’OSS è una professione che rientra nell’area socio sanitaria determinato dall’art 6 del Patto della Salute 2014/2019 che declina l’assistente socio sanitario, istituendo l’area delle professioni sociosanitarie, secondo quanto previsto dall’articolo 3-octies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502.” La legge 3/18 Istituisce l’area delle professioni sociosanitarie, può essere un nuovo luogo di riconoscimento professionale per gli operatori sociosanitari (pubblico, privato e terzo settore) ovvero, costituirebbe sinora l’unico profilo professionale istituito con una metodologia propria di quest’area.
L’OSS allo stato attuale della legislazione non è l’ultimo profilo professionale arrivato, il ruolo socio sanitario richiamata nella legge di conversione del Decreto “Sostegni bis” ha la stessa valenza di emancipazione e riconoscimento delle loro funzioni e competenze con conseguenti implementazioni delle stesse, che ebbe per le professioni sanitarie infermieristiche della legge 42/99 a modifica della 761/79, affrontando ed eliminando tutte quelle criticità attuali anche attraverso uno sviluppo delle competenze in modo innovativo tramite quell’innegabile bagaglio di competenze cresciuto negli anni che non si possono negare. Anche in attuazione delle disposizioni della legge 328/2000 art 12 in tema di professioni socio sanitarie, della legge 1/2002 che stabilisce che l’OSS è un operatore professionale dell’aerea sanitaria. Inoltre, quest’area può dare attuazione al documento del 4 luglio 2012 prodotto al tavolo Ministero- Regioni sul ruolo, funzioni, formazione e programmazione del fabbisogno dell’OSS.
Tenendo conto della necessità di stabilizzare queste figure s’intende, nell’ambito delle proprie competenze, dare avvio alla predisposizione di un Registro Nazionale obbligatorio come strumento di anagrafica dinamica dei qualificati; uno strumento per la definizione del fabbisogno formativo della qualifica; uno strumento per la verifica dei dati sia a livello nazionale sia regionale; uno strumento per studi osservazionali sull’evoluzione della qualifica; deve essere uno strumento per l’accertamento di garanzia del titolo di qualifica; e un requisito, quale un diploma di formazione.
A Lei piacerebbe se la chiamassero figura di supporto? Le rammento che l’OSS non è di supporto a nessuno e neanche di se stesso e di supporto, è una professione. L’accordo Stato Regioni che lei cita del 2001 indica Art. 4.“L’operatore socio-sanitario svolge la sua attività in collaborazione con gli altri operatori professionali preposti all’assistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del lavoro multiprofessionale”.
La informiamo se non ha avuto occasione di leggere i nostri comunicati, che da un mese sono nati gli Stati Generali della professione OSS e che rappresenta un fenomeno nuovo e diversificativo, che raccogliere e progetta il futuro della professione OSS, con capacità di integrare la professione OSS nei nuovi bisogni assistenziali attraverso nuove sfide del presente e del domani. Gli Stati Generali della professione OSS svolgono un ruolo fondamentale, “Stato Della Professione”, costruiscono un progetto per integrare l’assenza di una rappresentanza, un laboratorio di rappresentanza con responsabilità di costruire il futuro degli OSS attraverso il Registro Nazionale e un Codice Etico”. Si punta a ridefinire il profilo professionale dell’OSS fermo dal 2001, una nuova figura “Assistente per la Salute”. Pronte due proposte di legge.
Sul tema esercizio abusivo dell’OSS, non è determinato dalla volontà dell’OSS, ma dalla spinta dello stesso infermiere, dagli Opi che per avere il totale monopolio sulla formazione dell’OSS, e sul fatto di entrare come dirigente nelle strutture, stanno svendendo la professione OSS, appoggiando le Regioni sul super OSS per salvaguardare non il paziente o l’OSS, ma la struttura che si trova nell’illegalità totale per assenza di infermieri, mettendo l’OSS davanti a un Giudice del Lavoro per abuso di professione, senza riconoscergli la parte giuridica ed economica. La nostra federazione Migep ha aderito ai ricorsi al Tar presentato dalla Fnopi e dall’Enpapi sul tema super OSS.
Da qui nasce la proposta di organizzare nell’ambito del futuro, gli Stati Generali della professione OSS, cioè di diventare operativi, elaborando una progettazione, per dire a tutti, che gli OSS sono pronti a sfidare il cambiamento. L’obiettivo politico degli Stati Generali è superare la crisi professionale dell’operatore socio sanitario e mettere in sicurezza la deontologia della professione OSS, guardando al futuro, quale portavoce e organo di rappresentanza degli OSS.
Se essere adeguati, cioè governare il cambiamento, è la sfida, allora cambiare per essere adeguati non può che essere l’unica strategia attraverso uno sforzo culturale per adeguare la professione dell’operatore socio sanitario in modo che cambia professionalmente. Gli Stati Generali assumono, come base di elaborazione, il lavoro di riforma della deontologia dell’operatore socio sanitario, presentato ufficialmente al Ministro della Salute il 12 dicembre 2022. Dovrà essere concepita come una carta costituzionale che in quanto tale “costituisce” o “ri-costituisce” l’identità dell’OSS quale risposta alla sua crisi a partire da una nuova idea di professione.
E’ probabile che molti OSS vivono il proprio quotidiano senza grande entusiasmo e grande prospettiva, immersi in un clima viziato fatto di scarsa considerazione sociale, aziendalismo sfrenato, contratti bloccati, lacci e laccioli sbandierati dai politici di turno poco interessati al futuro della professione OSS. I Stati Generali dovrebbero essere il futuro, dovrebbe essere molto di più di un semplice ipotesi, una dimensione nella quale poter disporre una professione rigenerata con al centro il nuovo/antico binomio di OSS.
Prima del “cambio di passo” i problemi della professione sono stati letti come “complicazioni” non come “complessità”, come “interferenze” nei confronti di un grado di autonomia ma in nessun caso come “destrutturazione” dell’autonomia, come “delegittimazione” mai come possibile “snaturamento” e come regressività di uno status rispetto ad un paradigma.
In sintesi: il “cambio di passo” mette, per la prima volta, l’esistenza di una crisi professionale” relativa a ragioni contingenti e politiche ma anche se non soprattutto a profonde contraddizioni proprie al paradigma fondante della professione che in quanto tale, prima di ogni cosa, bisogna ammettere e accettare.
Non si trovano soluzioni soddisfacenti se prima non si comprendono a fondo i problemi, e i problemi non si comprendono a fondo se prima non sono esplicati come si deve. C’è bisogno di soluzioni effettive ed efficaci, per cui la discussione ci serve non per agire formalmente la democrazia, ma per definire attraverso la democrazia le nostre piattaforme.
Speriamo di essere stati chiari e di aver risposto alle sue riflessioni, e di non intervenire nuovamente anche se molti di questi articoli scritti e firmati da OSS di seria dubbia provenienza mettono in ridicolo tutta la professione OSS.
Ci auguriamo che Lei Direttore di Assocarenews.it ritenga di pubblicare questo articolo.
Gli Stati Generali della Professione OSS
Angelo Mnghetti
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