Roma, 10 mar – Il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha firmato l’ordinanza che definisce la struttura che avrà l’esame di maturità, il quale partirà mercoledì 21 giugno, per l’anno scolastico in corso, oltre che le modalità del suo svolgimento. Valditara ha annunciato con orgoglio che l’esame di Stato 2023 “si svolgerà come prima del Covid”, aggiungendo esclamazioni del tipo “si torna alla normalità”, come se la scuola pre-pandemia fosse un perfetto idìllio bucolico. Ma, nel pratico, come sarà la maturità di migliaia di studenti?

Maturità 2023, ecco come sarà

La sessione di esame, che seguirà le modalità previste dal decreto legislativo 62/2017, si aprirà con la prima prova scritta di italiano comune a tutti gli istituti superiori. Si proseguirà quindi con la seconda prova di indirizzo che quest’anno, in base al decreto già firmato in precedenza dal ministro dell’Istruzione, sarà latino al liceo classico, matematica al liceo scientifico, economia aziendale per gli Istituti tecnici del settore economico indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing”, progettazione, costruzioni e impianti per l’indirizzo “Costruzioni, ambiente e territorio”. Per quest’anno tutte le prove scritte (prima, seconda e terza solo per alcuni indirizzi, tra cui Esabac, Esabac Techno, licei internazionali) saranno a carattere nazionale. Tra le novità va annoverata l’introduzione della seconda prova scritta per gli Istituti Professionali di nuovo ordinamento. Per gli orali che prenderanno avvio da uno spunto della Commissione, verranno valorizzati, secondo il ministro, “il percorso formativo e di crescita, le competenze, i talenti, la capacità dello studente di elaborare, i temi più significativi di ciascuna disciplina”.

Prodotto naturale di un sistema scolastico da mandare al macero

La maturità si prospetta quindi, dopo gli ultimi due disastrosi anni, il solito insieme di scritti infarciti di schemi preconfezionati e ideologizzati, con un orale limitante e non dalla parte dello studente. Per non parlare dell’obbligatorietà delle prove Invalsi, apoteosi del nozionismo più assoluto, come requisito di ammissione e i Pcto, percorsi di alternanza scuola-lavoro, come oggetto del colloquio. Invece che rivalutare la tesina come strumento d’espressione ed esercizio per menti fresche e lucide, si preferisce riproporre un esame figlio di sistema scolastico vecchio e stantio che andrebbe solamente buttato giù.

Andrea Grieco

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