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Lo stop alle auto benzina e diesel è un disastro per l'economia italiana | CulturaIdentità

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Sia detto per inciso: l’inquinamento c’è, si vede e si sente. A Milano un giovane avvocato ha fatto causa al Comune per le conseguenze sulla sua salute derivanti dall’essere stato costantemente esposto agli agenti inquinanti della città in cui vive e lavora. E i dati confermano che, nonostante le assurde restrizioni anti-auto messe in campo dalla giunta talebana di Palazzo Marino, il traffico si è incasinato non meno della vita dei cittadini che lavorano. Occorrerebbe allora mettere in campo decisioni che tutelassero al contempo salute ed economia, l’esatto contrario di quanto sta avvenendo, non solo nella città della fashion week.

Già sapevamo dell’ultimatum voluto dalla baronessa Ursula von der Leyen che con la UE tutta ha imposto lo stop alla produzione dei motori endotermici, benzina o diesel per loro uguali sono, da convertire in auto elettriche entro il 2035 cioè entro domani mattina (ma il diktat vale solo per i poveracci, per la Ferrari è previsto uno spostamento più in là nel tempo).

Per fortuna oggi sappiamo che Roma e Berlino hanno tirato il freno a mano sul voto UE a favore delle auto elettriche, chiedendo deroghe almeno per i carburanti puliti. Insomma, Italia e Germania hanno imposto, almeno per un po’, uno stop allo stop e speriamo che magari il fatto di aver tirato il freno a mano alla conversione comporti un traverso e un’inversione a U.

Intanto ribadiamo il concetto: occorrono politiche, sia nazionali che comunitarie, che tutelino sia la salute che l’economia. Perché se si facesse come vorrebbe la UE, i risultati sarebbero due: milioni di disoccupati subito (più che l’automotive, che la sfangherebbe comunque, vedi la succitata Ferrari, tutto il comparto produttivo allegato, leggi meccanici e operai) e dipendenza totale dalla Cina (per le batterie elettriche).

Noi di CulturaIdentità lo diciamo da tempo e lo rimarchiamo nel numero in edicola domani, incentrato sul tema trasporti analizzato soprattutto da un punto di vista sostenibile ma senza dimenticare gli interessi delle nostre aziende. Come scrive Edoardo Sylos Labini editore e direttore della rivista, “Il cambiamento sostenibile di cui parliamo deve essere una priorità. Non sarà facile apportare le modifiche e i miglioramenti desiderati, ma sarà necessario, soprattutto per le imprese. A supporto di queste, risulta fondamentale dare forma e contenuto a una soluzione o una sintesi che possa avvicinarle giorno dopo giorno al benessere dell’ambiente circostante”. Concetto rimarcato da Alessandro Miani, presidente di SIMA-Società Italiana di Medicina Ambientale: “L’obiettivo è di
garantire che i sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società”.

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