Le polemiche in vista delle primarie
Carmine Di Niro — 29 Gennaio 2023
Una campagna elettorale interna in vista del voto per le primarie del 26 febbraio che stava filando tutto sommato liscia, tanto da essere fortemente premiato dai sondaggi, fino al ‘bubbone’ Giarrusso.
L’ex Iena Dino, europarlamentare eletto con i 5 Stelle e in passato mai tenero, per usare un eufemismo, con la comunità Dem, ha annunciato ieri il suo ingresso nel partito a sostegno della candidatura del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, provocando non poche polemiche nell’ala più riformista del partito che appoggia proprio il governatore.
Dall’europarlamentare e giornalista, il cui ingresso era stato accolto con freddezza già nel corso della due giorni milanese organizzata da Bonaccini per lanciare il suo programma per il partito e per il Paese, è arrivato infatti a distanza di 24 ore uno smarcamento dello stesso candidato alla segreteria Dem.
“Noi siamo un partito aperto a chiunque. Se Dino Giarrusso vorrà entrare e iscriversi al Pd, prima di tutto chieda scusa a chi ha ferito in passato e dimostri di accettare le regole e il percorso di questo partito”, sono state le parole di Bonaccini sul palco della sua convention ‘Energia popolare’ a Milano, per prendere un minimo di distanza dall’endorsement ricevuto il giorno prima.
Il passato di Giarrusso
Il problema dell’ingresso di Giarrusso nel Partito Democratico è il suo passato ingombrante e da cui non ha preso le distanze.
Di attacchi brutali da parte dell’ex Iena nei confronti del suo nuovo partito ce ne sono a decine ancora ben presenti sui social network, alcuni addirittura anche nei confronti dello stesso Bonaccini che ora Giarrusso incensa sottolineando di “credere nel progetto di rinascita che ha in mente”.
Non la pensava così evidentemente lo scorso 10 agosto, quando ci fu tra i due uno scontro via Twitter. “Gente che ci spiega che l’Emilia-Romagna non può essere mai presa a riferimento. Abbiamo difetti e facciamo errori, come tutti, ma se l’Italia assomigliasse un po’ di più all’Emilia-Romagna sarebbe un Paese migliore”, aveva scritto il presidente dell’Emilia Romagna. “Come che FOSSE una colpa”, caro Bonaccini. E sarebbe meglio scrivere “come se”, non “come che”, ma quella è una scelta lessicale. Scambiare “fosse” con “sia” è invece proprio un errore da matita blu. In bocca al lupo, come che sia”, gli aveva replicato l’ex pentastellato.
“Come che FOSSE una colpa”, caro Bonaccini. E sarebbe meglio scrivere “come se”, non “come che”, ma quella è una scelta lessicale. Scambiare “fosse” con “sia” è invece proprio un errore da matita blu.
In bocca al lupo, come che sia…— Dino Giarrusso (@DinoGiarrusso) August 10, 2022
A cui non era tardata una risposta di Bonaccini: “Giarrusso quando vuole confrontarsi su lavoro, imprese, scuola, sanità, ambiente, sport, agenda digitale sono qui. Anche sulla cultura. Pensi che due anni e mezzo fa la differenza tra chi ha eletto me e chi ha votato il suo candidato M5s è stata di 51,5% a 3,5%. Tutti scemi?”.
Ma il meglio Giarrusso lo ha dato parlando dei presunti rapporti tra PD e Salvatore Buzzi, imprenditore indagato nell’inchiesta Mafia Capitale. “Buzzi era iscritto al Pd e lo rivendicava orgoglioso”, scrisse Giarrusso a febbraio 2018 pubblicando un articolo di giornale su Twitter.
Buzzi era iscritto al #PD e lo rivendicava orgoglioso.#memoriahttps://t.co/9FbSYs3rqx
— Dino Giarrusso (@DinoGiarrusso) February 13, 2018
Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia
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