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La Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi) si appella ai politici: le prove scientifiche accumulate finora impongono cambi di rotta nelle strategie vaccinali.

Continua l’attività di monitoraggio e informazione del gruppo di studio della Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi) di cui fanno parte: dott. Alberto Donzelli, prof. Marco Cosentino, prof. Giovanni Frajese, dott.ssa Patrizia Gentilini, dott. Eugenio Serravalle, prof. Eduardo Missoni, dott. Sandro Sanvenero.

Il documento scientifico è stato inviato anche ai parlamentari.

I dati ISS

del 24 dicembre 2022 continuano a mostrare nei vaccinati, con i vaccini a mRNA in uso, tassi di diagnosi di COVID-19 (soprattutto infezioni) maggiori rispetto ai non vaccinati.

I bambini

di 5-11 anni si infettano il 39% in più; con booster i giovani-adulti 12-39 anni il 36% in più e gli adulti 40-59 anni il 64% più dei non vaccinati. Anche gli anziani 60-79 anni vaccinati sono ormai più suscettibili all’infezione.

I dati sono ancora in peggioramento rispetto al precedente Bollettino ISS.

La Commissione Medico-Scientifica indipendente

li illustra di nuovo nel documento allegato, con riferimento questa volta al più recente Bollettino ISS del 21 dicembre (Tab. 5A pag. 25 e Tab. 6, pag. 29), e aggiornando nei grafici i dati delle Tabelle corrispondenti nella serie dei Bollettini ISS settimanali a partire da gennaio 2022.

È inaccettabile

sentir parlare ancora di efficacia (parziale) dei vaccini – rileva la CMSi – nel prevenire l’infezione da SARS-CoV-2, a tutela della comunità, citando in modo sbagliato i dati dell’Istituto Superiore di Sanità/ISS.

L’aspetto paradossale

già mostrato nei precedenti comunicati CMSi, è che l’argomento è contraddetto dai “dati dell’ISS” sulla protezione dall’infezione, che invece continuano oggi a mostrare tutt’altro.

La CMSi chiede

a chi ha responsabilità pubbliche nel nostro Paese, nonché ai sanitari e a tutti gli interessati, di attuare le semplici verifiche che propone sulle tabelle dei Bollettini ISS, in modo didascalico e alla portata di chiunque.

Chi lo farà

potrà comprendere quali contenuti siano davvero aderenti alla Scienza e ai dati ufficiali, e perché quanto si continua a ripetere come CMSi merita seria attenzione.

CMSi

La Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi) è nata dopo 20 mesi dall’inizio della pandemia da Covid-19 e dopo che, in questo periodo di tempo, sono state prese decisioni ad altissimo impatto sanitario e sociale, in sostanziale assenza di un reale e aperto dibattito sui loro fondamenti scientifici.

Attualmente

la CMSi è composta da: dott. Alberto Donzelli, prof. Marco Cosentino, prof. Giovanni Frajese, dott.ssa Patrizia Gentilini, dott. Eugenio Serravalle, prof. Eduardo Missoni, dott. Sandro Sanvenero.

La scienza

libera da interessi e pressioni, sa risolvere i problemi non con pregiudizi o esclusioni a priori da parte degli scienziati numericamente prevalenti in un certo periodo, ma basandosi sulla ricerca osservazionale e sperimentale e ricorrendo a validi metodi di indagine, raccolta e analisi dei risultati, verifica periodica degli effetti delle decisioni sanitarie effettuate e comunicazione libera e trasparente delle conclusioni.

Occorre quindi

essere sempre aperti a rivedere le attuali convinzioni e anche i paradigmi, se nuove osservazioni li mettono in discussione o ampliano le conoscenze.

Ciò trova anche riscontro nell’art. 33 della Costituzione: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”, e implica che un dibattito fondato sull’accettazione del metodo scientifico non può essere soppresso, neppure dalle Istituzioni.

Mettere in dubbio

con l’onere della prova, verità date per scontate, non è un atteggiamento antiscientifico. Al contrario, qualsiasi censura del dibattito scientifico impoverisce il pensiero scientifico stesso.

È in questo contesto

che la CMSi ritiene urgente, sulla base delle competenze dei propri membri e dell’attenta valutazione delle conoscenze ed esperienze che si vanno sviluppando, un tavolo di confronto scientifico, pubblico e istituzionale per trovare soluzioni di efficacia ottimale per uscire dalla pandemia e salvaguardare la salute degli individui e della comunità.

Riteniamo che le strategie di lotta alla Covid-19 dovrebbero fondarsi su cinque capisaldi:

  1. Prevenzione primaria ambientale integrata, non solo sostituita, da misure non farmacologiche di Sanità Pubblica come: distanze, igiene delle dita delle mani, mascherine in ambienti/contatti a rischio di alte cariche virali)
  2. Prevenzione primaria comportamentale evidence-based basata su sani stili di vita (attività fisica, no al fumo, alimentazione salutare, buone relazioni umane…) in grado di ridurre i rischi di COVID e le patologie croniche che ne aumentano la gravità
  3. Profilassi vaccinale (da attuare in modo mirato e in base alle migliori prove via via disponibili)
  4. Contrasto a cure sbagliate e iatrogene
  5. Promozione di terapie, anche precoci, che si mostrano evidence-based, sicure, sostenibili.

Le strategie del Governo oggi

sono focalizzate sul punto 3), in modo che intendiamo ridiscutere sulla base delle attuali prove. Si dovrebbero inoltre aggiungere anche altri approcci, per avere maggiori garanzie complessive di successo.

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