Parma, 15 mar — Che tipi, quelli dell’Anpi Parma: Tanto lesti a etichettare (senza uno straccio di prova) come «attacco fascista» lo sfregio alla lapide commemorativa di Guido Picelli (politico antifascista simbolo della resistenza alle milizie fasciste in occasione delle «barricate» del 1922) con tutto il corredo di piagnistei social, quanto «smemorati» quando c’è stato da far sapere che detto sfregio l’aveva causato un africano.

Niente «vile aggressione fascista», dunque, ma il «fuoco amico» partito da uno dei beniamini di questi strani «eredi della resistenza», che di colpo ha fatto cadere tutto l’impianto di balle su cui si basava la storia. Che figuraccia: non stupisce che se ne siano stati zitti.

Nessun attacco fascista, la lapide l’ha sfregiata un africano

E’ accaduto a Parma, dove la sera del 7 marzo scorso «ignoti» avevano incendiato una corona di fiori posta sotto la lapide commemorativa. Subito erano scattate le indagini della Digos, con l’acquisizione delle immagini delle telecamere. Immediatamente era emerso come l’autore del gesto fosse un singolo soggetto. La svolta è arrivata il 14 marzo, quando gli uomini della Digos rintracciano lungo via Trento un uomo con le medesime caratteristiche fisiche e di abbigliamento del vandalo ripreso dalle telecamere. L’uomo viene fermato e condotto in Questura dove viene sottoposto a rilievi fotodattiloscopici: si tratta, guarda caso, di un cittadino straniero di origine africana di 31 anni che è stato denunciato all’Autorità giudiziaria in stato di libertà per il reato di danneggiamento aggravato. 

Il gesto di un cittadino extracomunitario motivato dal classico disagio sociale, quindi, non il vile sfregio di uno pericoloso fascista. Aggiornamento: La notizia, diffusa da Parma Today alle 11:36 di ieri, sembra essere sfuggita ai nipotini dei partigiani, che si sono scordati di rettificare, sui social, le loro accuse prive di fondamento. Si tratta di una svista, sicuramente!

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Cristina Gauri

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