Roma, 16 dic – La Spagna stende un tappeto rosso alla propaganda Lgbt e approva la cosiddetta “legge trans”. Una misura che contempla il diritto alla libera “autodeterminazione di genere” per tutti gli over 16. In sostanza il Parlamento di Madrid ha dato il via libera a una legge che consente a tutti gli adolescenti che hanno compiuto 16 anni (addirittura 14 anni con assenso genitoriale) di cambiare sesso all’anagrafe.
La nuova legge è stata approvata con 191 voti a favore, 60 contrari e 91 astenuti, rendendo così la Spagna una delle pochissime nazioni al mondo a consentire alle persone, oltretutto minorenni, di cambiare “genere” sulla carta d’identità con una semplicissima dichiarazione. L’apripista in Europa è stata la Danimarca, primo Paese Ue a consentire questo diritto nel 2014.
Così la Spagna ha varato la legge trans
Promotore della legge in questione è stato il ministro delle Pari Opportunità, Irene Montero, di Podemos, su richiesta dei collettivi Lgbt. L’iniziativa ha però fatto infuriare anche molte femministe che si sono dette contrarie alla nuova norma perché considerata foriera di potenziali problemi di “insicurezza giuridica”, di applicazione di politiche contro la discriminazione delle donne e relativi all’autodeterminazione dei minori di 18 anni. Esulta invece il mondo Lgbt. “Festeggiamo il fatto che questa legge sia stata approvata dopo otto anni di instancabile lavoro per ottenere diritti per la comunità trans”, dice all’Afp Uge Sangil, capo di Felgbti++, la più consistente organizzazione Lgbtq spagnola. “Stiamo conquistando i diritti umani con la libera determinazione del genere. Da oggi le nostre vite cambieranno perché non siamo malati”.
La Spagna rivede anche la legge sull’aborto
Non solo “legge trans”, la Spagna ha pure deciso di rivedere la normativa sull’aborto sinora in vigore. Il parlamento di Madrid ha approvato una legge che consente alle ragazze che hanno compiuto 16 anni di avere un aborto senza il consenso dei genitori. Di conseguenza i centri sanitari statali dovranno fornire gratuitamente contraccettivi e pillola del giorno dopo. I medici non saranno comunque obbligati a eseguire aborti, ma dovranno esplicitare per iscritto la loro condizione di obiettori.
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La Redazione
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