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Foggia, i maltrattamenti al «Don Uva» in 74 mila intercettazioni audio video

Accanto all’indagine della Procura anche una condotta dalla Universo Salute che ha subito sospeso i soggetti

15 Febbraio 2023

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Redazione Foggia

FOGGIA – Ci sono oltre 74mila intercettazioni audio e video ancora da trascrivere nell’inchiesta “New life” sui presunti maltrattamenti nei confronti di 25 pazienti con gravi ritardi mentali ospitati nella residenza socio assistenziale-riabilitativa presso l’ospedale “Don Uva”, sfociata nel blitz del 24 gennaio con l’esecuzione di 30 ordinanze cautelari (7 in carcere, 8 ai domiciliari, 15 divieti di dimora e/o di avvicinamento alle parti offese) nei confronti di infermieri, operatori socio sanitari, educatori e addetti alle pulizie. I carabinieri del nucleo investigativo lavorano alle trascrizioni per accelerare per quanto possibile i tempi dell’inchiesta coordinata dalla Procura. All’indagine penale si affianca quella disciplinare avviata da “Universo Salute” che gestisce la struttura, annunciata dall’amministratore delegato Luca Vigilante. Ai 30 indagati l’azienda ha notificato l’avvio del procedimento disciplinare, riportando per ciascuno l’atto di accusa e le contestazioni mosse dal gip del Tribunale di Foggia Maria Luisa Bencivenga nelle 314 pagine dell’ordinanza cautelare. I dipendenti della rsa sono quindi sospesi e senza stipendio, e a rischio licenziamento: da verificare poi se l’eventuale cessazione del rapporto di lavoro per giusta causa dovrà attendere o meno l’esito dell’inchiesta penale e dei processi, come pure ritengono alcuni difensori.

Nel plesso B al terzo piano del “Don Uva” dov’erano ricoverati i pazienti ortofrenici, tra luglio e settembre 2022 per due mesi hanno registrato la vita quotidiana del reparto e i presunti maltrattamenti le microspie e le 13 telecamere nascoste dai carabinieri, prima d’essere scoperte da alcuni indagati e disattivate. L’inchiesta partì il 4 giugno da un’intercettazione telefonica disposta in un’altra indagine; i carabinieri registrarono un colloquio tra due operatori socio sanitari, entrambi indagati in “New life”, dai quali “emersero elementi” di legge negli atti processuali “che facevano ritenere che un terzo oss avesse avuto rapporti sessuali con due pazienti incapaci di intendere e volere ricoverate nella struttura sanitaria”. Sulla scorta di quel sospetto, il 6 luglio furono disposte intercettazioni nei locali dove si ipotizzava che potessero avvenire le violenze sessuali: corridoi del reparto delle pazienti e stanzini. Secondo il giudice “i primi riscontri alle intercettazioni restituirono un quadro storico-fattuale a tinte fosche, inquietante, denso di degradazione e accompagnato da un disprezzo per la dignità di pazienti, tale da consentire la formulazione di un primo giudizio particolarmente severo. Emerse sin da subito la gravissima situazione del reparto monitorato; vennero registrati numerosissimi episodi in cui gli indagati a vario titolo si sono resi responsabili di maltrattamenti, minacce, ingiurie, atti di contenzione fisica e di violenze sessuali – ai danni dei degenti, tutti affetti da gravissime forme di incapacità psichica e particolarmente vulnerabili. Per questo le captazioni audio-video di conversazioni e comunicazioni furono estese anche alle aree comuni dei corridoi e in alcune stanze di degenza”.

Già dal 20 luglio alcuni indagati sospettarono d’essere intercettati, dopo l’intervento della ditta incaricata di installare le apparecchiature. Quando poi il 3 agosto in una rsa di Manfredonia furono arrestati 4 oss per maltrattamenti a pazienti ultraottantenni, «i sospetti degli indagati aumentarono, spingendoli a eseguire un rudimentale tentativo di bonifica dei locali monitorati. Nel corso dei giorni» prosegue l’ordinanza cautelare «il mero sospetto si trasformò in un’ossessione per alcuni indagati che invece di dedicarsi alla cura dei degenti, si procurarono un rilevatore professionale di microspie e telecamere. Furono così smontate in due stanze il 2 e 4 settembre le prese a muro dov’erano state nascoste le apparecchiature tecniche audio/video: per renderle innocue furono ruotate oscurando le riprese. Da quel momento le due apparecchiature riuscirono a captare solo l’audio, ma le immagini risultarono annerite». Le intercettazioni furono chiuse il 24 settembre.

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