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Ferroviere morto dopo le botte: Procura chiede processo per l'ex della figlia. Accusa d'omicidio – Onda Tv – Emittente Televisiva

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SULMONA – La Procura della Repubblica di Sulmona ha chiesto il processo per un 30 enne di Pacentro, accusato dell’omicidio preterintenzionale dell’ex suocero, il macchinista di Trenitalia, Filippo Recchione, deceduto nell’aprile 2019. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona ha fissato l’udienza per il prossimo 1 giugno, nel corso della quale dovrà decidere se prosciogliere l’imputato o emettere il decreto di rinvio a giudizio, chiesto dal Sostituto Procuratore, Stefano Iafolla, titolare dell’inchiesta. I fatti risalgono all’8 febbraio 2019 quando il 30 enne, in possesso delle chiavi d’appartamento del padre della sua ex, s’introdusse all’interno dell’abitazione di quest’ultimo e, dopo una breve discussione, lo avrebbe scaraventato a terra, cagionandogli un trauma cranico. La vittima fu rinvenuta esanime in casa e poi trasferita in ospedale. Circa due mesi di agonia, fino al 4 aprile 2019, quando morì in terapia intensiva per uno shock emorragico compatibile con le botte ricevute, stando alla relazione dell’anatomopatologo, Luigi Miccolis. Dalle indagini svolte dalla Squadra Anticrimine del Commissariato Ps di Sulmona, coordinata all’epoca dei fatti dal Sostituto Commissario, Daniele L’Erario, è venuto fuori che quella sera il 30 enne si sarebbe recato a casa del padre della fidanzata per chiarire e riappropriarsi della libertà di una storia d’amore che il ferroviere avrebbe sempre osteggiato. La reazione della vittima sarebbe stata quella di spingere il ragazzo sull’uscio della porta di casa. Circostanza che, sempre secondo l’accusa, scatenò la violenta discussione culminate con l’aggressione. Le fratture in viso rimediate da Recchione sono risultate compatibili con lo shock emorragico che ha cagionato il decesso dopo due mesi di coma. Da qui la richiesta di rinvio a giudizio della Procura, ora al vaglio del Gup. Nessuna imperizia sanitaria sarebbe emersa in fase di indagine preliminare, in un primo momento pure ipotizzata visto l’intervento chirurgico subito dal ferroviere durante la degenza ospedaliera.

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