Roma, 28 mar – Gli ex terroristi rossi – in buona parte già appartenenti alle Br – arrestati in Francia nell’aprile 2021, non verranno estradati in Italia. E’ quanto confermato oggi dalla Cassazione francese, dopo la decisione dei giudici della Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi. Quest’ultima aveva già negato l’estradizione il 29 giugno dello scorso anno. I dieci ex militanti di estrema sinistra, tra cui il già Lotta Continua Giorgio Pietrostefani – condannato in Italia poiché considerato uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Calabresi – non finiranno dunque nelle carceri di casa nostra.
Estradizione negata, chi sono gli ex Br (e non solo)
Oltre a Pietrostefani, che non era presente in aula per motivi di salute, gli altri ex terroristi “salvati” dai magistrati francesi sono: Enzo Calvitti (67), Narciso Manenti (65), Giovanni Alimonti (66), Roberta Cappelli (66), Marina Petrella (67), Sergio Tornaghi (63), Maurizio Di Marzio (60), Raffaele Venturi (70), Luigi Bergamin (72).
I dieci ex terroristi vennero arrestati nell’aprile 2021 in un blitz condotto dall’Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat), in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol, l’Antiterrorismo della polizia italiana e l’esperto per la sicurezza della polizia italiana a Parigi. Il governo francese aveva allora, evidentemente, acconsentito all’operazione in seguito alle richieste del ministro della Giustizia Marta Cartabia. Quest’ultima aveva indicato alcuni membri delle Brigate Rosse ancora a piede libero in territorio francese. Durante una videoconferenza con l’omologo transalpino Eric Dupond-Moretti, la Cartabia fece presente la necessità “massima attenzione e la pressante richiesta delle autorità italiane affinché gli autori degli attentati delle Brigate Rosse possano essere assicurati alla giustizia”. Non era la prima volta che l’Italia si appellava alla Francia sugli ex brigatisti, ma in quel caso la richiesta venne accolta da Macron. Ancora da capire se vi fu una carta di scambio giocata dalla Cartabia per convincere il governo francese.
Le prime reazioni
“Qual è la mia reazione…? sono dei disgraziati, perchè non c’è giustizia così!. E’ tuttavia una decisione che ci aspettavamo dalla Francia”, ha dichiarato Adriano Sabbadin, figlio di Lino, macellaio ucciso nel 1997 in Veneto dai Proletari Armati di Cesare Battisti. “Ci dicano allora, i giudici, quali sono i colpevoli? Ci sono dei morti sulla coscienza di queste persone”, ha detto Sabbadin.
“Ormai sono passati più di 47 anni, la pena in sé mi interessa fino a un certo punto. Trovo anche giusto ciò che ha fatto la Cassazione francese. Bisogna ragionare nei termini di restituire un po’ di verità sulle vicende: la vera partita non è l’estradizione quanto misurare se queste dieci persone daranno un contributo per capire quanto è successo in quegli anni”, ha detto invece Alberto Di Cataldo, figlio di Francesco, maresciallo ucciso a Milano dalle Br il 20 aprile 1978.
Alessandro Della Guglia
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